Nipote della grande regista Lina, Massimo Wertmüller ha abbattuto ogni pregiudizio con una carriera da vero numero uno. Conosciamolo meglio.

In oltre un trentennio di onorata carriera, Massimo Wertmüller si è rivelato artista completo, abile a spaziare tra cinema, tv, teatro e radio, con la disinvoltura che si confà solo ai migliori. Nonostante il fardello di un cognome pesante, ha smentito nel tempo le facili illazioni, attraverso un continuo lavoro su sé stesso e sui personaggi interpretati. Ripercorriamone i fasti, dagli esordi ai giorni nostri, senza disdegnare un salto nella vita privata.

Massimo Wertmüller: la biografia

Nasce a Roma il 13 agosto 1956, sotto il segno del Leone. Nipote della regista Lina Wertmüller (grandissima attrice, morta a 93 anni il 9 dicembre del 2021) cresce in ambienti intellettuali e sceglie di fare della recitazione la propria vocazione. Esordisce sul palcoscenico, 20enne, con Luci di Bohéme di Ramon Maria del Valle Inclan. Trascorso un biennio, si avvia a frequentare il Laboratorio di esercitazioni sceniche, istituito, negli spazi del teatro Brancaccio, da Gigi Proietti.

Massimo Wertmüller
Fonte foto: https://www.facebook.com/massimo.wertmuller

La prima esperienza cinematografica giunge ne La fine del mondo nel nostro solitario letto in una notte piena di pioggia (1978), diretto dalla zia, in una commedia drammatica che racconta la crisi nel rapporto tra un’americana e un italiano. Il sodalizio con Lina prosegue in successive opere. Tuttavia, è il regista Franco Rossetti a lanciarlo da protagonista in Al limite, cioè, non glielo dico (1984). La trasposizione narra di un romano dalle umili origini che, nel momento in cui vince 500 milioni alla lotteria, cambia vita, all’insaputa della consorte.

Sul piccolo schermo approda, invece, nel 1980, con Attore amico mio, accanto al maestro Gigi Proietti, e con Straparole di Ugo Gregoretti, basato su un’opera letteraria di Cesare Zavattini. La vera notorietà arriva nel 1983, quando entra nel cast della trasmissione Al Paradise, in onda su Rai Uno. Apparso nel film tv I padroni dell’estate, lavora in Notte d’estate con profilo greco, occhi a mandorla e odore di basilico (1986) e In una notte di chiaro di luna (1989). Sotto la direzione di Sergio Corbucci, chiude il decennio nei panni di co-protagonista di Night Club. In parallelo, avvia pure un cammino in radio.

Gli anni Novanta si aprono a livello cinematografico con Il viaggio di capitan Fracassa (1990) di Ettore Scola, seguito da In nome del popolo sovrano di Luigi Magni e, nel biennio 1991-1992, il film tv Il sassofono di Andrea Barzini e Nottataccia di Duccio Camerini, rispettivamente con Amanda e Stefania Sandrelli.

Partecipa poi ad Allulo Drom – L’anima zingara di Tonino Zangardi, con Isabella Ferrari, Cinecittà Cinecittà di Vincenzo Badolisani e La fine è nota di Cristina Comencini. Nel 1994 presta il volto al giornalista Massimo Salvadori in Cuore cattivo di Umberto Marino, con Kim Ross Stuart nelle vesti di un delinque romano cocainomane che, sugli sviluppi di una mancata rapina, si barrica in un appartamento, tenendo in ostaggio una ragazza disabile. La seconda metà dei Nineties è caratterizzata da ruoli nelle commedie specchio della società italiana.

Passati al nuovo decennio, si concede qualche comparsata al cinema, in titoli quali Commedia sexy (2006) di Alessandro D’Alatri, La versione di Barney (2010) di Richard J. Lewis, con Paul Giamatti e Dustin Hoffman, pellicola candida al Leone d’oro alla Mostra di Venezia, L’ultima ruota del carro di Giovanni Veronesi, dove incarna il padre del protagonista (Elio Germano), e Che vuoi che sia (2016), di e con Edoardo Leo.

Ma è soprattutto in televisione che dà il meglio di sé. Dapprima con il vicequestore Giorgio Pettenella ne La squadra, poi con Palmiro Togliatti nella miniserie Pane e libertà, in cui Pierfrancesco Favino a interpretare il sindacalista Giuseppe Di Vittorio, seguiti da Ris Roma – Delitti imperfetti, Atelier Fontana – Le sorelle della moda, con Anna Valle, Federica De Cola e Alessandra Mastronardi. Del recente periodo è ingaggiato in Mina Settembre di Tiziana Aristarco, con Serena Rossi, e Noi, adattamente italiano del telefilm americano This is Us, con Lino Guanciale e Aurora Ruffino.

Massimo Wertmuller: la vita privata

Attento a non lasciar trapelare troppo sulla sua vita privata, ha confessato in un’intervista nel 1993 di essere divorziato. Non è diventato genitore perché non si è sentito pronto con la moglie e, successivamente, non poteva più farlo.

Dopodiché ha avviato la frequentazione con la collega Anna Ferruzzo, di dieci anni più giovane. La coppia, unitasi in matrimonio nel settembre del 2018, ai piedi del Monte Cimino, vive a Roma. Attivo su Facebook, non è noto il suo patrimonio.

Chi è Anna Ferruzzo, la moglie di Massimo Wertmüller

Anna Ferruzzo nasce il 17 febbraio 1966 (Acquario) a Taranto. Matura le prime esperienze in ambito teatrale, mentre al cinema debutta, accanto a Paolo Villaggio, in Azzurro (2000). Edoardo Winspeare la dirige ne Il miracolo (2003). Tra le esperienze sul grande schermo, la ricordiamo come madre di Checco Zalone in Cado dalle nubi (2009), la custode in Una questione privata (2017) di Paolo e Vittorio Taviani, Antonia in Anime nere (2014) di Francesco Munzi, film premiato con nove David di Donatello, Vilma in Isole (2011), con Asia Argento, e Il Divin Codino, produzione Netflix incentrata sulla vita e la carriera di Roberto Baggio. Grazie alla performance nei panni di Nunzia ne Il padre d’Italia (2017), con Luca Marinelli e Isabella Ragonese, conquista una candidatura ai Nastri d’argento.

Tra le numerose serie, ha contribuito al successo di Made in Italy, in cui è la madre della protagonista; ma anche a quello di Distretto di Polizia, Don Matteo, Che Dio ci aiuti e Il commissario Montalbano. Con il marito Massimo Wertmüller ha diretto e interpretato gli spettacoli teatrali A memoria (2005) e In nome della madre (2010). Presente su Facebook con un profilo personale, il suo patrimonio non è di dominio pubblico.

3 curiosità su Massimo Wertmüller

– Il suo nome completo è Massimo Wertmüller von Elgg Spanol von Braueich. I suoi familiari, aristocratici, sono passati anche da Napoli, dalla Basilicata e poi hanno messo le radici a Roma.

– Ha due cani, Rocco e Pupetta, entrambi meticci e presi dal canile. È stato testimonial della Campagna degli animalisti italiani Onlus contro l’abbandono.

– È laureato in Lettere e Filosofia alla Sapienza con indirizzo Storico.

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ultimo aggiornamento: 9 Dicembre 2021 12:14


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