Francesca Michelon rompe il silenzio sulla battaglia legale con la vedova del padre Stefano D’Orazio dopo la richiesta di 100mila euro per danni.
Una vicenda familiare complessa e dolorosa è tornata al centro dell’attenzione pubblica, riaprendo ferite che sembravano destinate a restare confinate alle aule di tribunale. Al centro della storia c’è il nome di Stefano D’Orazio, storico batterista dei Pooh, scomparso nel 2020, e quello di Francesca Michelon, riconosciuta ufficialmente come sua figlia solo nel 2024 dopo una lunga battaglia giudiziaria. Un percorso segnato da attese, sentenze e polemiche, che oggi si arricchisce di un nuovo capitolo destinato a far discutere.
Una battaglia lunga anni tra accuse e incomprensioni
Francesca Michelon, oggi 41enne, ha raccontato di vivere con grande fatica l’evolversi della situazione legale che la vede contrapposta alla vedova di Stefano D’Orazio, Tiziana Giardoni. Secondo quanto emerso, i legali della vedova avrebbero attribuito alla figlia la responsabilità di un rapporto difficile con il musicista, sostenendo che il suo comportamento fosse dettato esclusivamente da interessi economici. Un’accusa che Michelon respinge con forza.
“Sono rimasta basita, trovo tutto questo incomprensibile – ha dichiarato al Corriere della Sera – vivo con estrema fatica l’intera situazione. La vicenda giudiziaria dura da molti anni e a ogni passo si riaprono ferite che fanno soffrire”. Parole che restituiscono il peso emotivo di una storia iniziata nel 2014 e diventata pubblica solo molto tempo dopo, anche a causa dei lunghi tempi della giustizia. “Nel leggere le motivazioni ho provato sconcerto, è una versione mai sentita prima”, ha aggiunto.

La richiesta della vedova di Stefano D’Orazio
Dopo il riconoscimento ufficiale della paternità tramite test del Dna e l’annullamento del testamento di Stefano D’Orazio, i giudici hanno stabilito che l’eredità debba essere divisa a metà tra la figlia e la vedova, prevedendo anche un risarcimento di 60mila euro per danni esistenziali in favore di Francesca, cifra che però non ha ancora percepito a causa di un ricorso in appello.
Ed è proprio nel ricorso che emerge la richiesta che ha fatto esplodere il caso: la vedova avrebbe chiesto 100mila euro a Francesca per presunti danni esistenziali post mortem. Una richiesta che la donna definisce incomprensibile e dolorosa. “Non è mai stato il denaro il mio obiettivo – ha spiegato – ho portato avanti per tutti questi anni un’azione legale non per rivendicazione economica ma per bisogni di verità. Chi non è passato da una vicenda come la mia non può capire”.
Ora la parola passa alla Corte d’Appello di Roma. I tempi potrebbero allungarsi, ma Francesca Michelon prova a guardare avanti, sostenuta anche dall’affetto ricevuto sui social: “Mi scrivono e mi incoraggiano. Non me lo aspettavo. Tutto questo mi dà enorme forza”.