Visitare Vipiteno in provincia di Bolzano vi convincerà che l’antica grandezza medievale dell’Alto Adige è ancora viva e piena di fascino.

Vipiteno custodisce nelle sue chiese grandi opere d’arte gotica e nella sua Reichstrasse (la strada principale) la tradizionale accoglienza riservata ai pellegrini che oggi giungono nel borgo trasformati in turisti.

Il nome, lo stemma, la storia

Oltre all’antico nome Latino, Vipiteno conserva il nome di Sterzing, sulle cui origini gli storici non hanno mai trovato un accordo. Per alcuni il nome deriva dal mitico pellegrino Sterzl che, storpio e poverissimo, trovò asilo in paese. Questa teoria è avvalorata dal fatto che sullo stemma araldico del borgo è immortalato il pellegrino con un saio nero e un rosario in mano.
L’attività di ricovero dei pellegrini e dei viandanti in generale fece la fortuna del borgo intorno al Trecento, quando il borgo si ampliò con la costruzione della cosiddetta Città Nuova e di molti nuovi alberghi.
Nei secoli successivi si moltiplicarono le attività artigianali, come quella dei conciatori di pelli e quella di estrazione dell’argento dalle ricche miniere scoperte nella zona.
Nel 1500 la città fiorisce grazie all’arrivo di ricchi borghesi da tutta Europa che si insediano nel borgo per sfruttarne le potenzialità commerciali. Qui costruiscono le belle dimore coronate di merli che ancora si possono ammirare lungo la Reichstrasse e finanziano la costruzione della Torre Civica, conosciuta con il nome di Torre delle Dodici a causa dell’orologio che la corona.

Visitare Vipiteno alla scoperta dell’arte gotica

La Chiesa di Santo Spirito in Vipiteno custodisce una serie di affreschi attribuiti a Johannes von Bruneck e risalenti al Quattrocento. La decorazione pittorica della chiesa restituisce in tutta la sua magniloquente terribilità la narrazione dell’Apocalisse: la resurrezione dei corpi, la discesa della Gerusalemme celeste e la trasformazione della Grande Babilonia nell’Inferno in terra; l’accoglienza dei pii in Paradiso e la condanna degli empi a scendere nella fauci dell’Inferno, sono i temi che colpiscono la sensibilità dell’osservatore odierno per la ricchezza dei dettagli e per l’alta espressività delle figure ritratte.
Nella Deutschhus invece, cioè la Commenda dell’Ordine dei Cavalieri Teutonici è conservata la grande pala d’altare realizzata da Hans Multscher, lo scultore ligneo più famoso del tempo e che fu uno dei maestri del tardogotico tedesco. La Deuchehhaus ospita oggi il museo Multscher, la scuola di musica e il museo civico.

Fonte immagine di copertina: Wikipedia

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ultimo aggiornamento: 26 Aprile 2021 9:12


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