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“Avere il dente avvelenato”: perché si dice così e qual è la sua origine inquietante

donna arrabbiata

Avete mai sentito l’espressione “Avere il dente avvelenato”? Ma cosa significa davvero? Le origini e quando si usa.

Tra le espressioni idiomatiche più pungenti – insieme a “mordersi la lingua” o “non mandarla a dire” – c’è anche “avere il dente avvelenato”, un modo di dire molto diffuso per indicare uno stato d’animo rancoroso, risentito, o addirittura vendicativo. Ma qual è la vera origine di questa frase così viscerale?

  • Origine: dalla medicina e dalle credenze medievali.
  • Quando si usa: per descrivere rancore, irritazione e volontà di colpire verbalmente o emotivamente qualcuno.

“Avere il dente avvelenato”: l’origine dell’espressione

L’origine del detto risale a tempi lontani, quando si credeva che alcuni dolori o infezioni dentali potessero essere causati da “veleni” interni, responsabili anche di alterazioni dell’umore. Nell’immaginario collettivo, il dolore ai denti diventava quindi una metafora perfetta per descrivere una persona che, pur non sfogando apertamente la propria rabbia, la covava dentro in modo tossico e velenoso.

Un’altra possibile interpretazione riconduce il detto al mondo medievale, quando si pensava che i morsi di persone “avvelenate” dal rancore potessero portare infezioni vere e proprie, tanto che il “dente avvelenato” veniva visto come una pericolosa arma simbolica (e talvolta reale).

Il detto richiama anche l’immagine dei denti velenosi dei serpenti, il cui morso può essere letale e “pungente”. Questa metafora si estende all’idea di essere pronti a “mordere” emotivamente, cioè reagire con risentimento. 

Serpente boa

Un’espressione tagliente per descrivere chi non dimentica

“Avere il dente avvelenato” è oggi usato per indicare chi non ha ancora superato un torto o una delusione, e vive con un certo grado di astio o di desiderio di rivincita, pronto a lanciare frecciate, battutine o a reagire con sarcasmo.

Nel linguaggio comune, si può dire: “Ha ancora il dente avvelenato per quella promozione mancata” oppure “Da quando è stato escluso dal progetto, ha il dente avvelenato con tutti”.

L’espressione è perfetta per descrivere una rabbia che non si esprime in modo diretto, ma che rimane latente, pronta a colpire quando meno te lo aspetti.

Nel linguaggio contemporaneo, “avere il dente avvelenato” è spesso associato al sarcasmo, alla pungente ironia e a quei commenti che nascondono una profonda frustrazione o un rancore non risolto.

Non è raro sentirlo usare in ambito lavorativo, familiare o relazionale, soprattutto quando una persona continua a rimarcare un torto subito, anche a distanza di tempo.

Come molte espressioni figurate della lingua italiana, anche questa ci ricorda quanto le emozioni non espresse possano “corrodere” dentro, proprio come un’infezione. E quanto la parola, a volte, possa diventare strumento di vendetta.

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ultimo aggiornamento: 8 Luglio 2025 9:52

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