Come ricreare il look marmorizzato per le labbra

L’anno scorso è toccato alle unghie il compito di portare alla ribalta il marble look, l’effetto marmo di Carrara. Si sono viste unghie con smalti elaborati per tutto Instagram, grazie a fashion blogger, influencer e trend setter di spicco. Quest’anno invece il trucco labbra 2017 impone il trend delle marble lips, le labbra effetto marmo. Ancora più difficile da portare delle unghie marmorizzate, questo trucco labbra è in grado di sconvolgere e stupire, ma attenzione a scegliere l’occasione giusta.

Come realizzare le marble lips classiche

Proprio come le unghie, le labbra effetto marmo devono ricordare il marmo di Carrara, perciò devono essere bianche. Partite quindi con la stesura di una base bianca opaca, con un pennello per labbra affilato e sottile. A questo punto dovete stendere il grigio, una nuance da distribuire su tutte le labbra creando linee irregolari. Saranno queste le venature, che potete decidere di alternare a tocchi di dorato per attirare ulteriormente l’attenzione. Usate un eyeliner colorato per linee ancora più definite, magari dorato o argentato, e concludete stendendo un prodotto glowy per rendere il tutto più brillante e a lunga durata.

Marble lips su base fluo

Le marble lips bianche sono le più tradizionali, ma ovviamente potete seguire strade più estreme. Le influencer infatti consigliano di sperimentare con l’azzurro, il viola, il blu, il rosso e altri colori accesi. Dopo aver steso la base, realizzate le venature con colori altrettanto d’effetto. Per esempio, venature nere e dorate su labbra azzurre e bianche e dorate su labbra viola. Usate prodotti con alta concentrazione di pigmenti per tracciare linee visibili, ma anche un semplice eyeliner luxury dorato o argentato andrà bene. Per un look leggermente goth, sperimentate le marble lips nere con venature grige. Per uno più glam, invece, quelle rosso lampone con venature rosa.

Fonte foto: instagram.com/josh.social/

DONNAGLAMOUR ULTIM'ORA

ultimo aggiornamento: 19 Luglio 2021 9:29


Perché si chiama Erasmus

Come evitare l’anisakidosi