Molti proprietari non sanno che la legge e i regolamenti comunali offrono riduzioni ed esenzioni su IMU e TARI per le seconde case: cosa c’è da sapere.
Le imposte comunali sulle abitazioni non principali sono spesso percepite come un macigno per i proprietari. Tuttavia, esistono strumenti previsti dalla legge e dalle disposizioni locali che consentono di ridurre sensibilmente, o addirittura azzerare, il pagamento di IMU e TARI. Si tratta di un quadro complesso, fatto di regole generali e deroghe comunali, che offre opportunità importanti a chi conosce i meccanismi e rispetta le procedure. Scopriamo, dunque, cosa c’è da sapere in merito.
IMU e TARI, le agevolazioni previste dalla legge
L’IMU si paga su tutte le seconde abitazioni, mentre la Tari copre i costi del servizio rifiuti. Non sempre, però, l’importo richiesto deve essere versato per intero.
Una recente pronuncia della Corte di Cassazione ha confermato che, per gli immobili dichiarati inagibili o inabitabili, il tributo può essere ridotto della metà. La novità di rilievo è la possibilità di autocertificare questa condizione, senza ottenere una perizia tecnica, semplificando così le pratiche per i contribuenti.

Sul fronte della Tari, l’esenzione è riconosciuta quando l’abitazione non produce rifiuti perché inutilizzabile e/o dismessa. Anche in questo caso, è richiesta una dichiarazione da presentare entro la scadenza del 30 giugno dell’anno successivo.
Alcuni municipi, inoltre, hanno ampliato le ipotesi di esenzione anche a case semplicemente non occupate per scelta del proprietario.
Altri strumenti per ridurre entrambe le tasse
Oltre all’inagibilità, anche il comodato d’uso gratuito a parenti stretti, come figli o genitori, che utilizzano l’immobile come abitazione principale può permettere al proprietario di risparmiare.
Se il contratto è registrato e il proprietario non possiede altri immobili di pregio nello stesso Comune, l’imposta municipale è ridotta del 50%.
Un trattamento agevolato è previsto anche per gli immobili che hanno valore storico o artistico riconosciuto, che ottengono, anch’essi uno sconto del 50%, mentre chi affitta con contratti a canone concordato può beneficiare di una riduzione dell’IMU fino al 75%.