Cosima Serrano è la madre di Sabrina Misseri condannata con lei in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio di Sarah Scazzi: ecco la sua storia, dalle origini al carcere.

Il nome e il volto di Cosima Serrano sono legati a doppio filo alla tragedia di Sarah Scazzi, la nipote 15enne uccisa ad Avetrana nel 2010 per il cui delitto è stata condannata in via definitiva all’ergastolo. Una sentenza che ha raggiunto anche la figlia, Sabrina Misseri, nata dalle sue nozze con Michele Misseri che si autoaccusò inizialmente dell‘omicidio prima di cambiare rotta in una incredibile carambola di ritrattazioni e dietrofront.

Cosima Serrano: la biografia

Cosima Serrano è la zia di Sarah Scazzi condannata all’ergastolo insieme alla figlia, Sabrina Misseri, per l’omicidio della 15enne avvenuto ad Avetrana (Taranto) nel 2010. La sentenza definitiva che le ha riconosciute responsabili del delitto – secondo la ricostruzione, consumato nella loro villetta di via Grazia Deledda nel primo pomeriggio del 26 agosto – le ha viste finire nella stessa cella a condividere la detenzione.

Cosima Serrano è la sorella della madre di Sarah Scazzi, Concetta Serrano, e rimase fuori dal cono investigativo fino a quando il marito, Michele Misseri, dopo essersi autoaccusato di aver ucciso la nipote chiamò in correità la figlia Sabrina Misseri accendendo un nuovo faro sulla dinamica del delitto. Un fatto efferato e senza precedenti che, secondo i giudici, non poteva essere messo in atto da una sola persona.

Cosima Serrano: la vita privata prima del delitto di Avetrana

Cosima Serrano è nata ad Avetrana il 6 gennaio 1955, sotto il segno del Capricorno, e dopo aver vissuto con la famiglia in Germania sarebbe tornata nella provincia di Taranto per lavorare con il marito nei campi.

Sposata con Michele Misseri, contadino classe 1954, dal suo matrimonio ha avuto due figlie: la maggiore, Valentina Misseri, e la secondogenita Sabrina, nata nel 1988 a Manduria e condannata con lei per l’omicidio di Sarah Scazzi.

Secondo quanto ricostruito dalle indagini, i rapporti tra la famiglia di Cosima Serrano e di sua sorella Concetta, madre della vittima, sarebbero stati buoni al punto che la 15enne avrebbe trascorso molto tempo a casa loro. Il giorno della scomparsa, Sarah Scazzi si sarebbe trovata proprio nella villetta dei Misseri in via Grazia Deledda, ad Avetrana, dove sarebbe stata uccisa prima di essere gettata in un pozzo di contrada Mosca.

Cosima Serrano condannata con la figlia Sabrina Misseri per l’omicidio di Sarah Scazzi

Cosima Serrano e la figlia Sabrina Misseri sono state condannata defintivamente all’ergastolo perché ritenute responsabili della morte di Sarah Scazzi. Alla base del delitto, secondo i giudici che le hanno ritenute assassine, un movente legato alla gelosia di Sabrina Misseri per il rapporto di amicizia tra la cuginetta e un ragazzo di cui si era invaghita, Ivano Russo.

Secondo quanto ricalcato dalla Cassazione in sentenza, riporta Il Corriere del Giorno, Sarah Scazzi sarebbe stata assassinata per strangolamento e l’omicidio sarebbe frutto di un”concorso sinergico“ che “non poteva essere quindi opera di un unico soggetto

Sarah Scazzi sarebbe stata uccisa, soffocata con una cintura, da due, “l’una che aveva posto in essere la specifica azione di soffocamento da dietro alla vittima, e l’altra che le aveva inibito ogni tentativo di difendersi”.

La Suprema Corte avrebbe inoltre sottolineato che la vittima non avrebbe opposto resistenza, assenti segni di difesa. Michele Misseri, marito di Cosima Serrano e padre di Sabrina, è stato condannato a 8 anni di reclusione per soppressione di cadavere. Dopo aver detto di aver ucciso la nipote e di aver compiuto una violenza sessuale dopo la morte – circostanza, questa, che non avrebbe trovato riscontri in sede autoptica -, avrebbe ritrattato indicando la figlia quale autrice del delitto. Salvo poi fare nuovamente retromarcia per tornare ad attribuirsi l’intera responsabilità del crimine, non creduto.

A far ritrovare il corpo di Sarah Scazzi è stato proprio lo zio Michele, portando gli inquirenti nel luogo in cui lo avrebbe gettato (un pozzo in campagna situato in contrada Mosca, in un terreno nelle sue disponibilità). A lui, secondo l’esito processuale, le due donne avrebbero demandato il compito di disfarsi del cadavere della 15enne.

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ultimo aggiornamento: 22 Gennaio 2024 21:24


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