Milly Carlucci avrebbe pagato di tasca sua il cachet di Barbara d’Urso a Ballando con le Stelle: scopri l’indiscrezione bomba.
Nelle scorse settimane sono arrivati gli annunci dei membri del cast della prossima attesissima edizione di Ballando con le stelle. Tra i concorrenti più chiacchierati c’è Barbara D’Urso, che dopo mesi di speculazioni ha ufficialmente confermato la sua partecipazione al programma di Milly Carlucci. Ma da qualche tempo circola un’indiscrezione inaspettata che riguarda direttamente la conduttrice televisiva e il cachet dell’ex conduttrice di Pomeriggio 5. Ma scopriamo tutti i dettagli.
Il rumors sul cachet di Barbara D’Urso
Secondo alcune fonti, la conduttrice avrebbe contribuito di tasca propria al cachet di Barbara d’Urso, una delle concorrenti più attese della nuova edizione di Ballando con le Stelle.
L’ipotesi ha preso forza dopo che Davide Maggio, nelle sue pagelle settimanali, ha riportato il rumors già diffuso in rete, sottolineando come la “premiata ditta Carlucci-De Andreis” sappia sempre mettere a segno colpi di grande impatto per il cast dello show.

Secondo quanto riportato da Repubblica, per la sola Barbara d’Urso la cifra concordata oscillerebbe tra i 50 e i 70 mila euro a puntata. Una somma considerevole che, stando a quanto si vocifera, potrebbe non essere stata interamente coperta dal budget del programma.
“Il dubbio che la padrona di casa abbia dovuto mettere nuovamente mano al proprio portafoglio personale è forte” si legge nelle analisi riportate da Davide Maggio, che però precisa: “Ci auguriamo non risponda al vero. A meno che non siano soldi di Patrizia Camilla, ça va sans dire“.
I precedenti di Milly Carlucci
Non sarebbe tuttavia la prima volta che Milly Carlucci decide di intervenire con risorse proprie per sostenere il programma.
Infatti, già nel 2012, e anche qualche anno prima, la conduttrice aveva dichiarato di aver coperto spese extra insieme agli autori per garantire ospiti e momenti speciali.
In una vecchia intervista, spiegò: “Se tu credi in un prodotto, ti sacrifichi per quel prodotto. Il sacrificio conveniva per mantenere intatto il marchio“. Secondo quanto raccontato, non si trattò solo di grandi nomi ma anche di costi pratici, come voli e soggiorni di maestri internazionali.