Il racconto di Ambra Angiolini sulla bulimia, la sua scoperta e il dolore provato raccolto, adesso, in un libro che sta scrivendo ‘InFame’.
In una lunga intervista a Repubblica, Ambra Angiolini è tornata a parlare di un argomento molto delicato relativo a quanto vissuto con la bulimia. Una malattia subdola che la donna ha scelto di raccontare anche in un libro, ‘InFame’, che sta scrivendo da sola con un aiuto speciale da parte di Francesco Renga, sempre molto importante nella sua vita. La showgirl ha sottolineato diversi aneddoti forti legati alla problematica avuta: dalla sua scoperta al messaggio che vuole mandare a chi ne soffre.
Ambra Angiolini e il libro ‘InFame’
Ha scelto di raccontare in un libro, che presto vedrà anche un film, la propria sofferenza e ogni dettaglio legato alla sua esperienza con la bulimia. Ambra Angiolini, a Repubblica, ha spiegato: “Anche vent’anni fa, in Rai, andò in onda un servizio che ho poi ripubblicato (sui social, ndr): mi definivano ‘generazione XXL'”. Parole che la facevano soffrire: “Ho scelto di non sottrarmi, di non rifiutate quella porcata. Ho deciso di affrontarla. Non l’ho mai vissuta da vittima. Mi sono ripresa tutto, anche le ferite. So che può far male a chi ha provato a fermarmi nella vita, ma non ci sono riusciti”.

Nella scelta di scrivere il libro per raccontare quanto vissuto, la Angiolini ha spiegato di scrivere le bozze e di mandare a Francesco Renga: “Le mando di notte a lui, il papà dei miei figli, con cui ho un bellissimo scambio di idee […]”.
La scoperta della malattia
Nel corso dell’intervista, Ambra ha raccontato anche il momento nel quale ha capito la sua problematica, ovvero quando si è resa conto della malattia: “Mi sentivo strana ma funzionavo, avevo successo. Prendo un libro, ‘Tutto il pane del mondo’ di Fabiola De Clercq. Lo apro. Leggo: ‘Vomito tutto quello che mangio’. Mi spavento. Lo chiudo. Lo compro”, ha raccontato la Angiolini.
Da quel momento, tutto è cambiato: “Lì ho capito. Ho dato un nome a quel male. Ero un animaletto tirato fuori da una tana, buttato in mezzo agli aeroporti, alle stazioni. Gigantesco tutto, mentre io a malapena mettevo insieme un congiuntivo. Anzi, li sbagliavo”.
Proprio sul congiuntivo, la donna ha ricordato un aneddoto: “In diretta, Boncompagni in auricolare, sbaglio un congiuntivo e lui: ‘Ambra, con tutti i soldi per farti studiare…’, e continua a mangiare una brioche; perché era così: tenero e crudele allo stesso tempo. Ma il bello è che alla fine ridevamo. In regia, con il pubblico. Non c’erano i social. Altrimenti sarei stata distrutta”, quello fu il momento più imbarazzante e delicato. “Ero nel pieno della malattia“.