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Chi è Angelo Di Lella, accusato e condannato per il femminicidio della moglie Giovanna Frino

donne vittime di violenza

Angelo Di Lella nel dicembre 2022 ha ucciso la moglie con tre colpi di pistola al petto, davanti agli occhi della figlia diciassettenne.

Il nome di Angelo Di Lella è divenuto noto per un caso di cronaca nera, legato all’omicidio di Giovanna Frino, uccisa il 16 dicembre 2022 ad Apricena, in provincia di Foggia. Una storia d’amore trasformata in ossessione, un matrimonio in crisi da tempo, costellato da litigi continui e culminato in modo tragico.

Chi è Angelo Di Lella: biografia e professione

Angelo Di Lella, originario di Apricena (in provincia di Foggia), dovrebbe essere nato intorno al 1966. Ex guardia giurata, ha perso il lavoro nel 2017, e da allora ha lavorato saltuariamente come operaio in una ditta di trasporti. Era sposato da circa vent’anni con Giovanna Frino, la donna alla quale ha strappato la vita il 16 dicembre 2022, nell’abitazione coniugale di via Saragat ad Apricena.

Subito dopo l’omicidio, l’uomo si è barricato in casa per poi arrendersi ai carabinieri, consegnandosi volontariamente. Nel corso del processo, presso la Corte d’Assise di Foggia, la Procura ha contestato l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dai maltrattamenti pregressi e dalla presenza di un minore, chiedendo l’ergastolo il 13 dicembre 2024.

Il 20 dicembre 2024, Di Lella è stato condannato in primo grado all’ergastolo, accogliendo integralmente la richiesta del pm Giuseppe Mongielli. Le figlie della coppia si sono costituite parte civile, ed i familiari di Giovanna hanno seguito il processo indossando spille rosa e magliette con la sua foto in segno di ricordo.

Il femminicidio di Giovanna Frino: freddata con tre colpi al petto dal marito

Giovanna ed il marito Angelo Di Lella insieme da vent’anni, e genitori di tre figlie: due maggiorenni ed una minorenne all’epoca dell’omicidio della donna. Si sapeva nella cerchia delle conoscenze che la coppia fosse in crisi da tempo. Dalle indagini è poi emerso, che durante gli ultimi giorni di vita di Giovanna, tra i due coniugi i litigi erano divenuti continui, e lei voleva lasciare il marito, per tornare dai familiari a Cerignola. 

Pare inoltre, che la coppia fosse anche in difficoltà economiche: Giovanna lavorava in un bar, mentre il marito saltuariamente lavorava in una società di trasporti. La donna era dunque sfinita per via delle continue liti e discussioni con il marito. L’uomo, a sua volta non si rassegnava all’idea che il loro matrimonio potesse finire.

Angelo Di Lella, intorno alle 12 del 16 dicembre 2022, esasperato dalla situazione familiare, dalla gelosia e dallo stato di ‘prostrazione psicologica’ (dovuto alla perdita del lavoro di guardia giurata), ha impugnato una pistola calibro 9, rivolgendola contro la moglie.

L’uomo ha esploso una serie di colpi, due dei quali sono andati a segno, colpendo il torace della donna. Una tragedia andata in scena nell’appartamento dove la coppia risiedeva, e nel quale era presente una delle loro figlie.

Dopo il fatto, l’uomo si è barricato in casa, mentre i vicini, spaventati dal rumore, hanno chiamato i carabinieri che hanno convinto l’uomo ad aprire. Antonio è stato sottoposto a fermo per omicidio volontario.

Antonio Di Lella, accusato del femminicidio della moglie Giovanna Frino, è finito a processo per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dai maltrattamenti in famiglia protrattisi per anni e dalla presenza di un minore in casa al momento del delitto (una delle figlie era presente). Il procedimento è iniziato nel 2023 e si è protratto per circa un anno.

Il 20 dicembre 2024, la Corte d’Assise ha emesso la sentenza di primo grado, condannando l’uomo all’ergastolo, accogliendo integralmente la richiesta della Procura. Si è così rilevata la premeditazione: Di Lella, il quale aveva pianificato l’atto, caricando l’arma ed informando una figlia (“Se succede qualcosa, sai a chi chiamare”) prima di sparare tre colpi a bruciapelo alla moglie in cucina. Una sentenza che ha tenuto conto anche del contesto di violenza familiare: un dato emerso da testimonianze su litigi frequenti, gelosie e controlli ossessivi.

Chi era Giovanna Frino

Giovanna Frino era una donna di 44 anni (nata il 12 marzo 1978, sotto il segno dei Pesci), originaria e residente ad Apricena. Madre e barista molto conosciuta in paese. Sposata da circa 20 anni con Angelo Di Lella, insieme ha lui ha avuto tre figlie: di cui due maggiorenni ed una minorenne al momento dell’omicidio. Una delle figlie era in casa durante il delitto e ha assistito alla scena.

Descritta dai familiari e dai conoscenti come una donna sorridente, generosa, forte e dedita alla famiglia, ha lavorato duramente per venire a capo alle difficoltà economiche. Infatti, per arrotondare svolgeva il lavoro di barista presso il Bar Centrale di Apricena, un punto di riferimento nel paese. Era una figura molto amata dai clienti e dai concittadini. Spesso si fermava a chiacchierare, aiutava chi aveva bisogno e veniva ricordata per il suo sorriso contagioso. Il bar è rimasto chiuso per giorni dopo l’omicidio; i colleghi ed i clienti hanno lasciato fiori e messaggi di cordoglio.

Dopo il suo femminicidio ha denunciato l’omertà e l’indifferenza dei vicini di casa, che ha contribuito alla morte di Giovanna, che poteva essere salvata. Angela Frino, ha infatti scritto un post dal tono amaro per far capire il tutto: “Mi rivolgo a tutte quelle persone che sentivano ogni volta le litigate di mia sorella con quel mostro… invece di farvi i fatti vostri bastava una chiamata ai Carabinieri e mia sorella si sarebbe salvata. Spero che la vostra coscienza non vi dia pace per il resto della vita”.

Il suo femminicidio è diventato simbolo di lotta. Il caso è diventato un monito contro il silenzio sulla violenza domestica. Associazioni come Telefono Rosa e centri antiviolenza hanno usato la sua storia in campagne di sensibilizzazione.

Curiosità su Angelo Di Lella

– Sebbene all’esterno la coppia apparisse “normale”, emergevano da anni segnali di tensione. Si è parlato di litigi frequenti uditi dai vicini, e della gelosia ossessiva di Angelo, che controllava il telefono ed i movimenti di Giovanna.

– Il profilo dell’uomo, venuto fuori dalle testimonianze raccolte per il processo, ha delineato il ritratto di un marito violento. Si sono evidenziati maltrattamenti psicologici e fisici denunciati in processo dalle figlie e dai parenti (urla, minacce, umiliazioni).

– Prima della perdita del posto come guardia giurata nel 2017, Di Lella aveva subito un infarto, un episodio che – secondo le sue parole in aula – lo spinse a lavorare meno. Ma ecco il dettaglio curioso: mentre sosteneva di aver cercato impieghi, emergeva che era Giovanna a mantenere la famiglia con il suo lavoro al bar. Un contrasto amaro, visto che lui aveva accusato lei di “tradimenti”, proprio per le ore extra che faceva.

– Durante l’esame in Corte d’Assise nel settembre 2024, Di Lella ha fornito una deposizione surreale, piena di “non so” e “ricordo pochissimo”. L’uomo ha ammesso i fatti base (il litigio, i colpi), ma ha negato o dimenticato dettagli cruciali come la gelosia ossessiva o le minacce pregresse. Questa “nebbia mentale” ha irritato i familiari della vittima, che hanno abbandonato l’aula in segno di protesta, e ha rafforzato l’accusa di premeditazione: per il PM, era una strategia per sminuire la responsabilità.

– Il femminicidio di Giovanna Frino, uccisa il 16 dicembre 2022 ad Apricena dal marito, è una delle storie al centro della puntata del 4 novembre 2025 di Amore Criminale”, programma condotto da Veronica Pivetti, in onda in prima serata su Rai 3, dedicato al tema della violenza maschile contro le donne.

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ultimo aggiornamento: 4 Novembre 2025 11:36

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