Bronchiolite: cos’è, le cause, i sintomi principali e le nuove linee guida per contrastare la malattia che colpisce soprattutto i bambini.

In Italia è scattato l’allarme bronchiolite. Malattia che colpisce soprattutto i bambini molto piccoli, ma che può essere riscontrata anche in quelli più grandi, ha messo negli ultimi mesi in grande difficoltà i reparti pediatrici del nostro paese. Per questo motivo sono state pubblicate in questi giorni, sull’Italian Journal of Pediatritcs, alcune linee guida per contrastare il virus respiratorio sinciziale, realizzate dalla Società italiana di pediatria, dalla Società di neonatologia e dalla Società per le malattie respiratorie infantili. Scopriamo insieme cosa è cambiato rispetto alle precedenti, che risalivano al 2014. Ma prima ancora cerchiamo di capire cosa sia la bronchiolite e quali sono i sintomi per riconoscerla.

Cos’è la bronchiolite

Quando si parla di bronchiolite si fa riferimento al processo flogistico acuto caratterizzato dall’ostruzione dei bronchioli, ossia delle ultime diramazioni bronchiali. Malattia tipica della prima infanzia, colpisce soprattutto i bambini di età inferiore ai 2 anni (pur potendo colpire in alcuni rari casi anche bambini più grandi o anche adulti). Il target più a rischio è rappresentato dai lattanti fino a sei mesi d’età.

Bronchiolite
Bronchiolite

Si tratta di una malattia che può essere particolarmente pericolosa, soprattutto quando i pazienti sono particolarmente piccoli. Più il bambino malato è grande, meno rischiosa è la malattia. Il contagio avviene per via aerea, tramite saliva/secrezioni nasali di pazienti infetti o attraverso delle micro-goccioline di saliva che possono disperdersi nell’aria tramite starnuti e tosse. A contagio avvenuto, il tempo di incubazione e di circa quattro giorni. Tuttavia, un bimbo infetto può trasmettere la malattia anche dopo più di una settimana dal contagio.

Cause e sintomi della bronchiolite

Per quanto riguarda il quadro sintomatico, negli adulti è difficile rinvenire un contagio da bronchiolite, in quanto può essere tranquillamente scambiato per un semplice raffreddore, o può in alcuni case essere anche totalmente privo di sintomi. Nei bambini invece si manifesta soprattutto attraverso difficoltà respiratorie, secrezione nasale sierosa, inappetenza e starnuti.

Responsabile del contagio è un virus, il VRS, virus respiratorio sinciziale, la caratteristica principale è l’essere particolarmente resistente alle sostanze antisettiche più comuni. La malattia può però sorgere anche per la presenza di altri tipi di microrganismi, tra cui virus influenzali di tipo B o virus parainfluenzali. A rendere più semplice il contagio possono contribuire diversi fattori, tra cui il fumo di sigaretta, i luoghi affollati, le malattie polmonari e le patologie cardiache.

Le nuove linee guida

Come trattare un caso di bronchiolite? Per venire in soccorso ai pediatri e ai medici italiani, sono state pubblicate negli ultimi giorni delle nuove linee guida, per uniformare e standardizzare i trattamenti e la corretta informazione ai genitori.

Se fino ad oggi si è fatto spesso ricorso a farmaci come cortisone, antibiotici e broncodilatatori, che possono causare effetti collaterali anche gravi, le linee guida invitano a utilizzare un anticorpo monoclonale per il VRS, il Palivizumab, che già si usa da anni per proteggere i lattanti prematuri. Questo in attesa dell’arrivo di un nuovo monoclonale che dovrebbe aiutare a contenere le epidemie di bronchiolite e a diminuire il numero di ricoveri.

Fondamentale è però soprattutto la prevenzione, che può avvenire solo tramite una corretta informazione dei genitori. Questi ultimi sono invitati a indossare la mascherina, a non baciare i bambini se sono raffreddati, a lavarsi le mani prima di toccare il neonato e a tenerlo lontano anche da altre persone esterne al nucleo familiare qualora fossero raffreddate. Viene inoltre consigliato di non fumare in casa.

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ultimo aggiornamento: 15 Febbraio 2023 12:46


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