Quale tecnologia c’è alla base del vaccino Johnson & Johnson, il primo vaccino monodose prodotto al mondo dall’azienda americana?

Tra i tanti vaccini contro il Coronavirus che stanno per essere immersi sul mercato ce n’è uno diverso dagli altri: il vaccino Johnson & Johnson. Più efficace dei competitor stando alle parole dei vertici aziendali, del tutto immorale secondo i cattolici americani, è diventato il terzo approvato negli Stati Uniti dopo quelli di Pfizer e Moderna, e presto potrebbe arrivare anche un Unione europea. Scopriamo insieme come funziona e quale tecnologia c’è alla sua base.

Vaccino Johnson & Johnson: come funziona

In vaccino sviluppato da Janssen Pharmaceuticals è un vaccino a vettore virale, basato su un adenovirsu in grado di contrastare il Sars-CoV2. Grazie allo sviluppo della tecnologia AdVac, l’azienda americana è riuscita a realizzare in laboratorio alcuni adenovirus ‘sintetici’ grazie ai quali è possibile dar vita all’mRNA alla base delle ormai celebri proteine Spike. Queste ultime, una volta sintetizzate, andranno ad esporsi sulla superficie esterna della membrana cellulare, dando così vita alla catena responsabile dell’immunità.

Vaccino Covid-19
Vaccino Covid-19

Uno dei punti di forza di questo tipo di vaccino è che è stato creato con un’idea alla base: renderlo disponibile in regime di mono-somministrazione, ossia senza dosi di richiamo. Si tratta però di una caratteristica che dovrà essere valutata nel corso dei mesi. Nel frattempo, i dati forniti dall’azienda parlano di un’efficacia straordinaria, vicina al 100%. Una notizia che fa ben sperare, anche in vista dell’estate, stagione in cui si punta ad accelerare nella campagna di vaccinazione.

L’arcidiocesi contro il vaccino Johnson & Johnson, ma il Vaticano nega

Ma perché un’arcidiocesi di New Orleans si è scagliata contro questo vaccino, bollandolo come immorale e chiedendo ai cattolici di non farlo? Il problema sta nello sviluppo dell’adenovirus, che parte da una linea cellulare Per.C6 derivante da cellule retiniche embrionali di un feto di 18 settimane abortito nel 1985.

La posizione dell’arcidiocesi, però, va in contrasto con quello della Santa Sede, che aveva dichiarato attraverso un documento la liceità morale di vaccini sviluppati anche a partire da linee cellulari di provenienza fetale, data la gravità della pandemia che ha messo in ginocchio il mondo. Nel documento si chiariva che ognuno può utilizzare tutte le vaccinazioni riconosciute sicure ed efficaci. Insomma, in attesa di altri vaccini, compreso quello ReiThera, anche i cattolici potranno avere quello J&J dovesse presto arrivare in Italia.

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ultimo aggiornamento: 8 Marzo 2021 9:45


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