Dire di essere incinta al lavoro non è cosa difficile, se si sa come fare. Vediamo come agire nel modo più opportuno.

Prima di tutto: via la paura. La gravidanza è un evento lieto e non è il datore di lavoro o la situazione in ufficio a dover creare timori rispetto alla propria condizione.

Detto questo, scegliere il tempo necessario è facile. Si consiglia di non comunicarlo prima del compimento del terzo mese, sia per scaramanzia, ma anche per tempi biologici naturali. In ufficio l’atteggiamento sereno è essenziale: garantire al datore di lavoro le proprie buone condizioni fisiche e la propria disponibilità a formare la persona che prenderà il proprio posto durante l’assenza.

Se così non è, parlare comunque con chiarezza, spiegando perché si deve ricorrere alla maternità anticipata – spesso nei casi di lavori pesanti o pericolosi nei quali il rischio d’interruzione è alto – o se già la propria condizione non è ottimale.

Da sapere: non c’è legge che obbliga la donna lavoratrice a dire di essere incinta al lavoro se prima non è iniziato il settimo mese di gestazione, periodo in cui si devono presentare i documenti per avviare le pratiche di congedo di maternità. E’ anche ovvio, però, che il tempo passa e la pancia si fa evidente.

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ultimo aggiornamento: 30 Giugno 2020 12:21


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