I farmaci anticalvizie sono la finasteride (uso orale) e il minoxidil (uso topico). I loro benefici sono testati, ma transitori.
La calvizie rappresenta per molti, soprattutto donne, una condizione di disagio in quanto il proprio aspetto cambia, lo si percepisce negativamente e spesso questo nuovo stato fisico ha conseguenze patologiche anche di tipo psicologico.
Se, dal punto di vista medico, la calvizie in sé non rappresenta una patologia vera e propria, la stessa viene comunque fatta rientrare tra le condizioni che portano ad uno stato psico-fisico di benessere non completo, quindi che può essere trattato attraverso farmaci.
Ecco dunque che case farmaceutiche e non propongono prodotti in grado di trattare la calvizie, i cosiddetti farmaci anticalvizie.
Ne esistono diversi, ma tra quelli venduti in farmacia vi sono la finasteride e il minoxidil. Si tratta di farmaci che non nascono come farmaci anticalvizie, tuttavia la loro azione pro-crescita li ha fatti diventare “interessanti” proprio per il trattamento di questo problema.
La finasteride prevede l’assunzione per via orale e la sua efficacia si aggira tra valori di ricrescita che prevedono dal 5 al 15% di capelli in più per cm2 rispetto ad altri trattati diversamente; anche l’efficacia dell’uso di minoxidil, per uso topico, è testata, rilevando una crescita del 15-16% di capelli in più.
Tuttavia, è necessario considerare che i benefici derivati dall’uso dei due farmaci anticalvizie, soprattutto nel caso di donne che soffrono di alopecia, sono transitori: con l’uso della finasteride regredirebbero dopo 6 mesi, mentre con il minoxidil dopo 4.
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