Le idee sulla regolarità con cui effettuare il Pap test sono diverse. Da chi suggerisce una volta all’anno a chi ritiene che, una volta ogni 5 anni sia sufficiente .

Le ultime ricerche concordano: fare un Pap test ogni anno non serve più. Ormai è risaputo che il tumore al collo dell’utero è dovuto all’infezione causata dal Papillomavirus.

L’unica soluzione per prevenirlo è quindi quella di vaccinare le ragazzine prima che inizino l’attività sessuale perché se non contraggono l’infezione non si ammalano di questa forma di cancro.

Con questo non significa che il Pap test vada del tutto in pensione: tutto dipende dall’età, quel che è certo è che non serve eseguire il test ogni anno.

Mario Sideri, direttore della Ginecologia preventiva Ieo spiega:

«Il nuovo schema di prevenzione è strutturato così: nelle giovani donne fra i 25 e i 30-35 resta valida l’indicazione al Pap test una volta ogni tre anni perché l’Hpv test a quest’età individua molte lesioni che scomparirebbero da sole nel tempo. Oggi sappiamo infatti che dall’inizio della vita sessuale fino ai 30 anni circa l’80 per cento delle donne convive per un periodo con l’Hpv, poi per fortuna il virus sparisce spontaneamente nella maggior parte dei casi. Al contrario, dai 30-35 anni in su lo screening dovrà avvenire con l’Hpv-Dna test ogni cinque anni».

Secondo gli esperti, il tumore al collo dell’utero colpisce circa 3.500 donne ogni anno in Italia e i casi sarebbero praticamente azzerabili se si seguissero gli schemi di prevenzione.

Il professore ha ancora detto in merito al Pap test:

«La copertura complessiva dello screening organizzato dalle regioni è alta al Nord (85 per cento) e al Centro (83), mentre è più bassa al Sud (62). Dobbiamo impegnarci perché la lettera d’invito raggiunga tutte le donne e perchè tutte le 12enni vengano vaccinate: entrambe le cose sono gratuite, serve solo la corretta informazione».

Nicoletta Colombo, direttore dell’Unità di ginecologia oncologica Ieo, ha aggiunto:

«Se scoperto in stadio iniziale il tumore è guaribile nell’80 per cento dei casi, ma ancora oggi meno del 30 per cento delle neoplasie viene diagnosticato in questa fase. Abbiamo però scoperto un potente strumento: la pillola anticoncezionale, assunta per lunghi periodi (ad esempio 15 anni) può ridurre fino al 60 per cento le probabilità di ammalarsi. Infatti già oggi viene prescritta, unica possibile strategia “preventiva” (oltre all’asportazione di tube e ovaie), alle donne più a rischio per familiarità con questa forma di cancro. E ne è una dimostrazione la diminuzione di casi di carcinoma ovarico registrata in Nord Europa, dove la pillola è molto diffusa».

DONNAGLAMOUR ULTIM'ORA

ultimo aggiornamento: 4 Giugno 2015 14:49


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