L’Italia è alle prese con una nuova ondata di femminicidi: tutti i nomi e le storie delle vittime uccise dall’inizio del 2023.

Passano gli anni, ma in Italia non si riesce a porre un freno al fenomeno dei femminicidi. Dall’inizio del 2023 sono già molte le donne uccise nel nostro paese, donne la cui vita è stata interrotta in maniera violenta e ingiusta solo perché desiderose di trovare la libertà, di riuscire a evadere da una storia d’amore che si era trasformata in un vero incubo. Donne tra loro diverse, uccise in maniera differente, ma accomunate da un destino raccapricciante, da un fato che dovrebbe farci indignare. E che dovrebbe portare tutti noi ad agire, per fare in modo che questo fenomeno possa essere arrestato una volta per tutte.

L’omicidio di Giulia Tramontano

L’ultimo assassinio in ordine di tempo è quello di Giulia Tramontano. Originaria di Sant’Antimo (Napoli), ma residente a Senago, in provincia di Milano, la ragazza di 29 anni, incinta di sette mesi, è stata uccisa senza pietà, stando alle ricostruzioni delle forze dell’ordine, dal compagno Alessandro Impagnatiello, il padre del bambino che stava aspettando.

Assassino, serial killer
Assassino, serial killer

Lo stesso Impagnatiello ha confessato l’omicidio, incalzato dalle forze dell’ordine. Per interrompere una gravidanza che non accettava, e molto probabilmente per poter vivere la sua relazione con un’altra donna, una sua collega, l’uomo il 27 maggio ha agito, colpendo con due coltellate la compagna. Dopo averla uccisa, ha cercato di bruciare il suo corpo, senza riuscirci.

Tutti i femminicidi in Italia dall’inizio dell’anno

Ma Giulia Tramontano è solo l’ultima vittima, in ordine cronologico, dei tanti femminicidi che dall’inizio dell’anno hanno trovato spazio sulle pagine dei giornali. A partire da Giulia Donato, morta il 4 gennaio a Pontedecimo, in provincia di Genova, uccisa dall’ex compagno a soli 23 anni. L’uomo, una guardia giurata di 32 anni, dopo averle sparato con la propria pistola d’ordinanza in casa, si è tolto la vita con la stessa arma da fuoco.

Il 13 gennaio a Roma è stata ammazzata Martina Scialdone, 34 anni. Anche la sua vita è stata interrotta da un colpo di pistola, sparata dall’ex compagno, un uomo di 61 anni. Il 14 gennaio è stato il turno di Oriana Brunelli, 70 anni, morta per mano dell’ex amante Vittorio Cappuccini, 80 anni. L’ex vigile l’ha prima colpita con tre colpi di pistola, poi si è a sua volta sparato. Il giorno dopo, 15 gennaio, a Trani è morta Teresa di Tondo, 44 anni, ammazzata a colpi di arma da taglio dal marito. Dopo averla uccisa, anche lui ha deciso di farla finita, impiccandosi in giardino.

La scia di sangue è continuata il 1° febbraio, con la morte di Yana Malayko, 23 anni, a Castiglione delle Stiviere (Mantova). A ucciderla l’ex compagno Dumitru Stratan. Il 6 febbraio ha perso la vita a Lecco Antonia Vacchelli, 86 anni, ammazzata dal marito Umberto Antonello. L’uomo ha confessato di averla strangolata con le sue mani perché non sopportava l’idea di vederla soffrire.

L’11 febbraio un doppio femminicidio ha macchiato di sangue Riposto, in provincia di Catania. Le vittime si chiamavano Melina Marino e Santa Castorina, 48 e 50 anni. Ad ucciderle Salvatore La Motta, ex compagno di Melina, suicidatosi poi davanti alla caserma dei carabinieri.

A Merano, in provincia di Bolzano, ha perso la vita a 39 anni Sigrid Gröber, nella notte tra il 18 e il 19 febbraio. Inutile il ricovero in ospedale, in condizioni ormai gravissime. A compiere l’insano gesto è stato il compagno, Alexander Gruber, che l’avrebbe uccisa, secondo l’autopsia, colpendola con ripetuti calci e pugni. Pochi giorni dopo, a Capodarno, Fermo, è morta a 85 anni Giuseppina Traini, il 25 febbraio. L’ha accoltellata il marito Giovanni Petrini.

L’elenco continua con Costantina dell’Albani, 52enne uccisa il 4 marzo a Giarratana, Ragusa, colpita da diverse coltellate partite dalla mano di Mariano Barresi, suo cognato. Il 7 marzo è morta invece la 35enne Iulia Astafieya, ragazza ucraina residente a Rosarno (Reggio Calabria), uccisa dal compagno Denis Molchanov. A Gioiosa Marea, Messina, il 10 marzo è venuta a mancare Maria Febronia Buttò, 61 anni. A ucciderla il marito Tindaro. L’uomo l’ha prima accoltellata, poi si è tolto la vita con la stessa arma.

Il marzo rosso sangue è proseguito il 28 con l’omicidio di Francesca Giornelli, strangolata a Tuoro sul Trasimeno, in provincia di Perugia, dal compagno Lamberto. Subito dopo, l’uomo ha confessato tutto attraverso alcuni bigliettini e poi si è tolto la vita impiccandosi. Il 30 marzo, invece, a Terni è stata Zenepe Uruci, 56 anni, a perdere la vita, ammazzata dal marito Xhafer. Per anni la donna aveva subito maltrattamenti da parte dell’uomo, poi morto suicida in carcere.

Il 13 aprile ad Arezzo avevano perso la vita due donne, Sara Ruschi, 35 anni, e la mamma Brunetta Ridolfi, 76 anni. Entrambe erano state uccise dal compagno di Sara, Jawad Hicham. L’uomo le aveva aggredite con un coltello, uccise davanti ai loro figli, rispettivamente di 16 e 2 anni. Infine, il 6 maggio a Savona è morta Danjela Neza, 29enne di origini albanesi. A ucciderla, colpendola con una pistola semiautomatica, l’ex compagno Safayou Sow, 27enne cittadino guineano. Una lunga scia di femminicidi che ha insanguinato il nostro paese. E che purtroppo non sembra destinata a fermarsi.

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ultimo aggiornamento: 1 Giugno 2023 13:18


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