Uno modello nel lavoro, l’altra bussola morale. I genitori di Enrico Mentana hanno significato tantissimo per il giornalista.

Ha lavorato per tutti i maggiori editori italiani, senza mai lasciarsi contaminare dalle influenze esterne. Enrico Mentana è sempre stato in grado di raccontare le notizie con la massima obiettività, fedele al credo secondo cui un giornalista non deve assolutamente lasciar trapelare le proprie idee. Conta bensì l’onestà intellettuale e su quella non è mai sceso a compromessi. Una mentalità appresa fin da quando era piccolo: i genitori di Enrico Mentana hanno, a loro volta, contribuito al mondo dell’informazione, almeno dal lato paterna. Vediamo perciò di capire chi sono stati, quali lavori svolgevano e di soddisfare alcune curiosità.

Genitori di Enrico Mentana: biografia, carriera e vita privata

Giornalista, intervista, stampa
Giornalista, intervista, stampa

Franco Mentana nacque il 4 marzo 1923, sotto il segno dei Pesci, a Bova, un piccolissimo Comune in provincia di Reggio Calabria. Dopo aver intrapreso l’attività giornalistica all’Unità, entrò nel 1957 tra le fila della Gazzetta dello Sport e lì passò un’intera carriera. In quattro decenni da inviato sul calcio, venne mandato a seguire ogni grande appuntamento, dai Mondiali del 1962 in Cile fino a quelli di Messico 1986, per un totale di 7. Anche dopo essere andato in pensione, portò avanti la collaborazione fino alla scomparsa, il 10 agosto 1997. 

Mise su famiglia a Milano con Lella, marchigiana di origine ebraiche (non è disponibile la sua data di nascita), che lo rese padre di tre figli: Susanna, Enrico e Vittorio. Scomparsa il 4 ottobre 1999, la signora era la bussola morale di Enrico. Che, pur essendo cattolico, è sempre stato vicino al popolo ebreo e alla sua religione. 

4 curiosità sui genitori di Enrico Mentana

– Franco era un grande amico di Enzo Bearzot e sul Commissario Tecnico dell’Italia campione del mondo fu l’unico a scrivere un libro in occasione di Spagna ’82. 

– Malgrado tifasse Inter non lasciava mai sfuggire la simpatia sul giornale. Del resto, non rinnegava il debole per la bandiera del Milan Gianni Rivera.

– Il rammarico di Franco era di non essere aver visto Enrico coronare il sogno di lavorare in Gazzetta, coltivato fin da ragazzino, quando faceva il correttore di bozze nella tipografia del quotidiano.

– In un’intervista a Verissimo, Enrico Mentana ha detto: “Mia mamma, a causa delle persecuzioni contro gli ebrei, è stata nascosta con la sua famiglia per due anni in un granaio in montagna, ma ci ha preservato non raccontandoci nulla di quello che le era successo. Tutto questo, però, l’ha resa una donna di grande bontà e il suo ricordo è ancora struggente”.

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ultimo aggiornamento: 3 Aprile 2022 21:25


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