Demenza frontotemporale: cos’è, le cause, i sintomi e il possibile trattamento per la malattia neurodegenerativa.
Il mondo dello spettacolo è stato sconvolto nel febbraio 2023 da un tremendo annuncio. Al celebre attore Bruce Willis è stata diagnosticata la demenza frontotemporale, come confermato da Demi Moore. Una notizia che ha rattristato i milioni di fan dell’attore sparso in tutto il mondo. Ma cos’è la demenza frontotemporale? Si tratta di una malattia neurodegenerativa dell’encefalo che insorge a causa del deterioramento progressivo dei neuroni situati nei lobi frontali e temporali del nostro cervello. Una malattia difficile da gestire e dal quadro sintomatico grave.
Le cause e i sintomi principali della demenza frontotemporale
La demenza frontotemporale e una forma di demenza, ossia una malattia neurodegenerativa dell’encefalo tipica delle persone anziane e che comporta la riduzione progressiva delle facoltà intellettive o cognitive di un individuo. Nel caso di quella frontotemporale a essere coinvolti sono i neuroni situati nei lobi frontali e temporali del cervello. La degenerazione di tali cellule ha conseguenze importanti e può interferire con lo svolgimento delle attività quotidiane più semplici. Mina ad esempio le capacità di pensiero e memoria della persona, ma anche le facoltà di linguaggio, motorie, di comportamento e di personalità.
Forma di demenza piuttosto comune, la quarta al mondo dopo l’Alzheimer, quella vascolare e quella con corpi di Lewy, colpisce in generale le persone tra i 40 e i 65 anni d’età. Non esiste alcuna distinzione di sesso e può colpire ugualmente sia uomini che donne. Le cause dell’insorgenza di questa malattia possono essere diverse. Il deterioramento dei neuroni potrebbe essere successivo alla formazione di ammassi di proteine. Ma a determinare l’apparizione di questa malattia potrebbe essere anche una questione genetica. Si tratta di una malattia che potrebbe essere trasmessa dai genitori ai figli.
Per quanto riguarda i sintomi, essendo i lobi frontali e temporali coinvolti nelle attività del comportamento, del linguaggio, del pensiero e dei movimenti del corpo, sono diverse le conseguenze relative al deterioramento delle cellule presenti in queste zone del cervello. I primi sintomi a comparire, in presenza della malattia, sono problemi di linguaggio (uso scorretto delle parole, difficoltà di lettura, fatica nell’articolare un discorso) e di comportamento. Questi ultimi possono consistere in comportamenti inappropriati, impulsività, diminuzione dei freni inibitori, trascuratezza verso l’igiene personale, golosità, comportamenti sbagliati a tavola, irritabilità, incapacità di entrare in empatia. comportamenti ossessivi, letargia e altri atteggiamenti simili.
A questi possono far seguito difficoltà con la capacità di pensiero, che si manifestano con distrazione, scarsa capacità di pianificazione e giudizio, mancanza di autosufficienza, rigidità e inflessibilità di pensiero, difficoltà di memoria, e problemi fisici, come incontinenza, progressiva debolezza, perdita di equilibrio, paralisi sopranucleare progressiva e altri ancora.
Trattamento e prognosi
Per quanto riguarda le possibili cure alla demenza frontotemporale, purtroppo il trattamento non prevede alcun farmaco o alcuna metodologia in grado di far guarire il paziente colpito. Esistono però modi per rallentare la progressione della malattia e alleviare la sintomatologia. In tal senso si possono utilizzare particolari antidepressivi, come inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina e trazodone, e un antipsicotico come l’aloperidolo.
Oltre ai trattamenti farmacologici, è possibile sottoporre il malato a diversi trattamenti per alleviare i sintomi. Tra questi la terapia occupazionale, del linguaggio, comportamentale, fisioterapia e stimolazione cognitiva. Al di là del possibile trattamento, la prognosi, dalla comparsa dei primi sintomi, porta in media a un’aspettativa di vita di otto anni.
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