Massimo D’Alema: la biografia, la carriera, la vita privata e tutte le curiosità sull’unico premier italiano con un passato nel PCI.
Piaccia o no, Massimo D’Alema è un personaggio politico che ha fatto la storia del nostro paese. Si tratta infatti del primo e finora unico Presidente del Consiglio dei Ministri ad aver avuto un passato nel Partito Comunista Italiano, oltre a essere stato il primo premier nato dopo la fine della Seconda guerra mondiale e dopo l’istituzione della Repubblica.
Un doppio primato che fa del Leader Maximo una delle grandi personalità della sinistra italiana degli anni Novanta e dei primi anni Duemila, peraltro non senza ombre e controversie. Scopriamo insieme alcune curiosità sulla sua carriera e la sua vita privata.
Massimo D’Alema: la biografia
Massimo D’Alema è nato a Roma il 20 aprile 1949 sotto il segno dell’Ariete. Figlio di Giuseppe D’Alema, un partigiano gappista e successivamente deputato del PCI (scomparso nel 1994) e di Fabiola Modesti (venuta a mancare nel 2008), D’Alema ha origini materane, precisamente di Miglionico, da parte paterna.
Cresciuto in diverse città a causa del lavoro del padre, da Genova a Pescara, passando per Trieste, si appassionò alla politica fin da bambino. Ateo convinto già durante l’infanzia, scelse di non prendere parte alle lezioni di religione. Stando alla testimonianza della madre, non ebbe mai grandi problemi a scuola, ma non tanto per l’applicazione, quanto per la spigliatezza. Non studiava infatti molto i libri di scuola, ma divorava quelli che trovava a casa, specialmente se di storia.

Massimo D’Alema: la carriera
La carriera di Massimo D’Alema è stata lunghissima e ricca di colpi di scena. Iniziata praticamente nei primi anni Sessanta, quando s’iscrisse, ancora quattordicenne, alla Federazione Giovanile Comunista Italiana, ne divenne segretario nel 1975, rimanendo in carica fino al 1980, quando venne mandato a Bari come segretario locale della FGCI.
Entrò per la prima volta in Parlamento grazie alle elezioni politiche del 1987, tra le liste del PCI nella circoscrizione Lecce-Brindisi-Taranto. Rimase in Parlamento anche dopo le successive elezioni, stavolta come capolista del neonato Partito Democratico della Sinistra di Achille Occhetto, di fatto erede del vecchio PCI (di cui Occhetto era stato l’ultimo segretario).
Dopo le dimissioni di quest’ultimo nel 1994, venne eletto segretario del PDS, superando nella corsa all’incarico Walter Veltroni, che pure era sostenuto dal segretario uscente. In questo ruolo, contribuì alla nascita della coalizione di centro-sinistra denominata L’Ulivo. Sotto la sua guida, il PDS nel 1996 divenne il primo partito nazionale, prima e unica volta per un partito di sinistra alle politiche.
Sempre più leader della sinistra italiana, nel 1998 guidò il partito verso i cosiddetti “Stati Generali della Sinistra”, con l’obiettivo di unificare il PDS con le altre forze riformiste e creare un unico soggetto politico, eliminando i riferimenti al comunismo e avvicinandosi al socialismo europeo e a una corrente socialdemocratica più rassicurante per i moderati. Grazie anche a questa mossa, quando il governo Prodi entrò in crisi nel 1998, il presidente della Repubblica, Scalfaro, incaricò proprio D’Alema di formare un nuovo governo.

D’Alema presidente del Consiglio
Entrato in carica il 21 ottobre 1998, a 49 anni e 6 mesi, D’Alema fu subito uno dei più giovani premier della storia. Durante il suo mandato sostenne l’abolizione del servizio militare obbligatorio di leva e l’intervento NATO nella guerra del Kosovo, attirandosi molte critiche dal movimento pacifista.
Dopo una prima crisi, rimase premier di un secondo governo, il cosiddetto D’Alema-bis, tra i più brevi nella storia della Repubblica italiana: non superò i 4 mesi e 4 giorni. Il premier si dimise infatti dopo la sconfitta de L’Ulivo alle regionali del 2000.
Pur non tornando più a ricoprire il ruolo di Presidente del Consiglio, la carriera di D’Alema continuò con incarichi di grande prestigio. Oltre che leader dell’opposizione per un periodo durante i governi Berlusconi, fu eletto al Parlamento europeo nel 2004 e divenne ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio nel 2006, all’interno del nuovo governo Prodi.
Massimo D’Alema: l’incarico attuale
Nel 2007 fu tra i promotori della nascita del Partito Democratico. All’interno del principale partito del centro-sinistra italiano degli ultimi vent’anni, fu tra i principali oppositori dell’ascesa di Matteo Renzi. In contrapposizione con quest’ultimo, nel 2007, nel 2017 abbandonò il PD per dar vita a un nuovo partito, Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista, con il supporto, tra gli altri, di Pierluigi Bersani e Roberto Speranza.
Cinque anni più tardi, nel 2022, fu però uno dei promotori dello scioglimento dello stesso partito, con l’obiettivo di riportare i suoi politici all’interno del PD (ormai libero dall’ingombrante presenza di Renzi), per formare una grande forza progressista. In anni più recenti, è stato tra l’altro anche fautore di un avvicinamento tra PD e Movimento 5 Stelle, sostenendo che i pentastellati, guidati da Giuseppe Conte, avevano ormai conquistato i voti degli “operai e delle persone in difficoltà economica” molto più del PD.
Attualmente non ricopre alcun incarico a livello politico, ma è un consulente con affari in tutto il mondo. Con la moglie e i figli ha investito nel settore vinicolo, nella cantina La Madelaine, in provincia di Terni. Nel 2019 ha fondato la società di consulenza DL&M Advisor srl e tramite questa società è diventato socio della Silk Road Wines, società che commercializza vino all’estero. In anni recenti ha aperto anche un’altra società di consulenza istituzionale, stavolta in Albania.
Nel 2025 ha fatto discutere, tra l’altro, la sua presenza a una parata militare in Cina. Al di là di questo episodio, non conosciamo comunque quali siano i suoi guadagni attuali (ma si stima che le sue consulenze valgano diverse centinaia di migliaia di euro). Tra l’altro, come ex parlamentare gode di una pensione di oltre 5200 euro al mese, ma non abbiamo alcuna notizia certa sul suo patrimonio personale.
La vita privata
Per quanto riguarda la vita sentimentale di D’Alema, sappiamo che nei primi anni Settanta aveva una relazione libera e aperta con Gioia Maestro, sposata il 19 aprile 1973. Si lasciarono un anno e mezzo dopo. Negli anni Ottanta subì un tremendo lutto, la scomparsa della compagna Giusi Del Mugnaio, bolognese di 29 anni e giornalista de l’Unità, morta in un incidente stradale.
Da molti anni è sposato con Linda Giuva, professoressa di origine foggiana. Dalla loro unione sono nati i suoi due figli, Giulia e Francesco. Per quanto riguarda la residenza, dovrebbe vivere ancora a Roma.
Chi è Linda Giuva, moglie di Massimo D’Alema
Non conosciamo molti dettagli sulla vita di Linda, ma sappiamo che è foggiana di origine e lavora come professoressa associata di archivistica, bibliografia e biblioteconomia all’Università di Roma “La Sapienza”.
10 curiosità su Massimo D’Alema
– La carriera di D’Alema è stata lunga e ricca di incarichi di prestigio. Tra l’altro, è stato per sette legislature deputato e più volte vicepresidente dell’Internazionale socialista.
– Per quanto riguarda il suo percorso di studi, vale la pena sottolineare che Massimo D’Alema non è laureato. Ha però un diploma di maturità classica. In realtà, si iscrisse e frequentò l’università, la Normale di Pisa, ma si ritirò poco prima della laurea in Lettere e Filosofia per non essere tacciato di favoritismi (un amico del padre era diventato presidente di facoltà), nonostante avesse già scritto la tesi.
– Non solo politico. Dal 1991 è anche iscritto nell’albo dei giornalisti come professionista. Tra l’altro, prima ancora di iscriversi all’albo, fu direttore de L’Unità per un breve periodo.
– Crebbe in un ambiente dominato da dirigenti ed esponenti del Partito Comunista Italiano. Molti alti dirigenti del PCI erano infatti amici di famiglia e lo conoscevano fin dall’infanzia.
– Giampaolo Pansa lo soprannominò negli anni Novanta “baffino di ferro”, nomignolo che richiamava quello di “baffone”, attribuito a Stalin.
– Come ministro degli Esteri colpì l’opinione pubblica per il suo tentativo di raffreddare i rapporti con gli Stati Uniti durante gli anni dell’amministrazione Bush. Fu tra l’altro uno dei promotori di una moratoria presentata all’ONU per l’abolizione della pena di morte nel mondo.
– Ha ricevuto nel 2006 il titolo di Cavaliere di gran croce dell’Ordine Piano.
– Segue con lassione lo sport ed è un amante della vela.
– Ama anche il calcio ed è un tifoso della Roma.
– Sui social network non sembra essere presente con alcun account ufficiale.