Giorgio Ambrosoli è un eroe senza spada, in un tempo in cui tutto sembra farsi cupo e corrotto. La sua storia, fatta di amore e di una morte terribile, è impressa nelle cronache.

Giorgio Ambrosoli era un avvocato milanese, vittima di un agguato che lo ha visto morire sotto i colpi di una pistola. Era l’11 luglio 1979, quando si spegneva la luce dell’uomo e si accendeva il mito di un eroe dei giorni nostri, da sempre in prima linea contro crimini e corruzione.

Chi era e dove viveva Giorgio Ambrosoli?

Giorgio Ambrosoli è nato a Milano, sotto il segno della Bilancia, il 17 ottobre 1933. Proprio nella sua Milano, dove viveva con la famiglia – moglie e 3 figli – è stato ucciso l’11 luglio 1979.

Professione avvocato, è morto per mano di un sicario che aveva come mandante Michele Sindona, il banchiere siciliano sulla cui attività finanziaria, tra cui la Banca Privata Italiana, era stato nominato commissario liquidatore.

Emilio Alessandrini Guido Galli Giorgio Ambrosoli foto
Emilio Alessandrini Guido Galli Giorgio Ambrosoli

Chi è la moglie di Giorgio Ambrosoli?

La moglie di Giorgio Ambrosoli è Anna Lorenza Gorla, nota come Annalori Ambrosoli. Il loro matrimonio è datato 1962, celebrato a San Babila, nel cuore di Milano.

Sono 3 i figli nati dalla loro inossidabile unione: Francesca (classe 1968), Filippo (classe 1969) e Umberto Ambrosoli (nato nel 1971). La morte di Giorgio Ambrosoli è avvenuta quando questi erano ancora molto piccoli.

La morte di Giorgio Ambrosoli

La sera dell’11 luglio 1979, mentre l’avvocato Ambrosoli tornava a casa dopo una serata in compagnia di alcuni amici, uno sconosciuto lo ha avvicinato davanti alla sua abitazione di via Morozzo della Rocca.

Un incontro fugace, consumato nel rumore implacabile e impetuoso di 4 colpi di pistola. Una 357 Magnum per uccidere l’avvocato che voleva troppo, che lavorava per un mondo di onesti e giusti contro l’illegalità.

A compiere il delitto è stato l’americano William Joseph Aricò, uomo di malavita che ha impugnato un’arma comprata dal pentito Henry Hill (la cui figura ha ispirato Quei bravi ragazzi, celebre pellicola di Martin Scorsese). I due erano stati compagni di cella tra il 1974 e il 1977.

Secondo quanto emerso, il killer fu pagato da Sindona con 25mila dollari in contanti e un bonifico di altri 90mila dollari su un conto svizzero. A metterli in contatto sarebbe stato Robert Venetucci, trafficante di eroina. Giacomo Vitale, complice della banda, è stato ritenuto l’autore delle telefonate anonime. Per Sindona e Venetucci è scattata la condanna all’ergastolo.

Nella storia è entrata una risposta di Giulio Andreotti a La storia siamo noi, in un’intervista del 2010 in cui, alla domanda sul presunto movente del delitto, replicò: “Questo è difficile, non voglio sostituirmi alla polizia o ai giudici, certo è una persona che in termini romaneschi ‘se l’andava cercando’“.

Giorgio Ambrosoli – Il prezzo del coraggio su Rai 1

Giorgio Ambrosoli è nato in una famiglia cattolica. Suo padre era l’avvocato Riccardo Ambrosoli, la madre Piera Agostoni. Ha deciso di seguire le orme del genitore e si è iscritto alla Facoltà di Giurisprudenza.

La sua storia, precisamente i 5 anni che hanno preceduto il suo omicidio, tra il 1974 e il 1979, è raccontata in una docu-fiction in onda su Rai 1 nel dicembre 2019. Intitolata Giorgio Ambrosoli – Il prezzo del coraggio, ha visto l’attore Alessio Boni nei panni dell’avvocato barbaramente ucciso.

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ultimo aggiornamento: 17 Dicembre 2019 16:35


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