A margine di un evento a Roma, Antonella Clerici ha raccontato quale sia stato il momento più bello della sua carriera e perché.
Amata e apprezzata per la sua solarità ma anche per la grande spontaneità, Antonella Clerici è stata di recente protagonista di un siparietto con doppio senso diventato virale. Un motivo, senza dubbio, in più per “adorarla” ancora e ancora. Adesso, la conduttrice ha preso parte ad un evento a Roma nel quale, in modo decisamente serio, ha fatto riferimento al momento più bello della sua carriera.
Antonella Clerici e il compagno a Roma
A margine della 92ª edizione dello CSIO di Roma a Piazza di Siena, Antonella Clerici e il compagno Vittorio Garrone sono stati protagonisti di alcune importanti dichiarazioni che riguardano anche il loro rapporto. Ospiti del presidente della Federazione Italiana Sport Equestri, i due hanno parlato della loro passione comune per i cavalli soffermandosi poi su altri aspetti.

“Viviamo in mezzo ai cavalli tutto l’anno tra l’Italia e la Francia e questo è un quotidiano bellissimo per entrambi”, ha raccontato la Clerici che ha assistito ad una gara equina di ostacoli. Dal canto suo Garrone ha poi aggiunto: “La scelta di vivere nella tenuta di Arquata Scrivia è perfetta non solo per lo stile di vita, l’immersione nella natura e la passione per i cavalli che condividiamo, ma anche per una comodità logistica: Antonella ha i suoi impegni di lavoro a Milano, io sono qui e mi muovo agilmente per impegni di lavoro”.
Il momento più bello della carriera
L’occasione della 92ª edizione dello CSIO di Roma a Piazza di Siena è stata anche quella di parlare di carriera. Sotto questo punto di vista, la Clerici ha spiegato: “Il momento più bello della mia carriera? Nessun dubbio: Sanremo 2010. Essere la prima donna a condurre da sola il Festival è stato emozionante e storico”.
Ma dopo Sanremo, c’è un altro momento legato allo sport e ai cavalli: “Le Olimpiadi di Parigi sono state un sogno. Clima, spettacolo e magia dei cinque cerchi: indimenticabili”, ha aggiunto la donna prima che Garrone parlasse “di quel campo gara che affacciava sui giardini di Versailles, un colpo d’occhio fulminante per bellezza e colori”.