Sale la preoccupazione per il Covid in Italia: in un mese i casi sono aumentati di cinque volte, raddoppiano anche i morti.

In Italia il Covid è tornato a correre, e anche in maniera rapida. Non c’è ancora allarme, ma la preoccupazione sale, giorno dopo giorno. Il numero dei casi di infezione da Coronavirus nell’ultimo mese è salito di ben cinque volte, e anche quello dei morti è aumentato in maniera considerevoli, addirittura raddoppiando nel corso delle ultime quattro settimane. Impennate che fanno crescere anche l’ansia tra gli esperti.

A riferire questi dati è il monitoraggio settimanale condotto dalla Fondazione Gimbe, che sottolinea quanto l’allerta sia destinata a salire ancora nel corso dell’autunno, non dovessero esserci interventi correttivi per cercare di invertire il trend.

Covid in Italia: casi e decessi in aumento, sale la preoccupazione

A raccontare il significato dei dati dell’ultimo rapporto è stato Nino Cartabellotta, presidente Gimbe. Come riferito da AdnKronos, i numeri restano ancora bassi, ma anche sottostimati rispetto al reale impatto della circolazione virale nel nostro paese, anche perché l’abrogazione dell’obbligo di isolamento dei positivi sono diminuiti non solo i tamponi nelle persone che presentano sintomi respiratori, ma anche le denunce di positività da parte di chi si sottopone a controlli fai-da-te.

Covid
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Alla luce di tutto questo, tornare ad alzare la guardia può diventare a breve addirittura necessario. Secondo quanto sottolineato da Gimbe, nelle ultime quattro settimane la circolazione del virus è aumentata in tutte le Regioni e nelle Province autonome.

Dalla settimana di Ferragosto alla seconda settimana di settembre il numero di nuovi casi settimanali si è quintuplicato (da quasi 6mila casi a quasi 31mila), con un tasso di tamponi positivi aumentato dal 6,4% a quasi il 15%. Numeri ancora bassi, ma inquietanti, se considerato alla lunga stasi o decrescita che aveva invece contrassegnato la fine della primavera e l’inizio dell’estate.

Salgono ricoveri e morti per Covid

A destare maggior preoccupazione è anche l’ascesa dei ricoveri in area medica, passati da 697 di metà luglio a oltre 2300 della seconda settimana di settembre. Un aumento che si riflette anche sulla risalita delle terapie intensive. Se il 21 luglio se ne contavano 18, siamo saliti a quota 76 con l’ultimo monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe.

Questi ultimi dati vanno letti comunque diversamente. Spiega Cartabellotta: “Se in intensiva i numeri sono veramente esigui, dimostrando che oggi l’infezione solo raramente determina quadri severi, l’incremento dei posti letto occupati in area medica conferma che nelle persone anziane e fragili può aggravare lo stato di salute, richiedendo ospedalizzazione e peggiorando la prognosi delle malattie concomitanti“.

Come ulteriore conseguenza all’aumento delle ospedalizzazioni, purtroppo abbiano anche l’aumento dei morti. Da 44 della settimana 17-23 agosto si è saliti a 99 della settimana 7-13 settembre. Quasi tutti i decessi, stando ai dati dell’Istituto superiore di Sanità, riguarderebbero over 80.

I rischi per l’autunno-inverno

Il vero rischio, secondo Cartabellotta, riguarda però non tanto l’attuale situazione, bensì quello che potrebbe accadere nel prossimo autunno-inverno. Dovesse il trend essere confermato, potrebbe essere compromessa la tenuta del Servizio sanitario nazionale, già oggi profondamente indebolito dalla carenza di personale sanitario.

Per questo motivo il presidente della Fondazione Gimbe invita il governo ad attuare le misure necessarie per la protezione degli anziani e dei fragili, eventualmente anche rispolverando le vecchie misure di contrasto alla diffusione del virus con cui avevamo convissuto negli scorsi tre anni. L’obiettivo deve essere evitare, a ogni costo, salvaguardare l’equilibrio del nostro Sistema sanitario, per non finire in un incubo come quello vissuto negli anni bui della pandemia.

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DONNAGLAMOUR ULTIM'ORA

ultimo aggiornamento: 19 Settembre 2023 14:39


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