Le leggi sull’aborto stanno per cambiare in Danimarca: si potrà interrompere la gravidanza anche a 15 anni senza consenso dei genitori.

Cambiano le leggi sull’aborto in un importante paese europeo, la Danimarca. Stando a quanto trapela da Copenaghen, il governo vorrebbe abbassare l’età minima per poter abortire anche senza il consenso dei genitori, scendendo dai 18 ai 15 anni. Un cambiamento in linea con l’età in cui un individuo, in Danimarca, può dare il proprio consenso per avere rapporti di natura sessuale. Una svolta importante che potrebbe diventare esemplare anche per gli altri paesi dell’Unione europea.

La Danimarca cambia la legge sull’aborto

La novità è stata annunciata lo scorso mercoledì dal ministro delle Pari Opportunità, Marie Bjerre, intervenuta in Parlamento in occasione di una ricorrenza importante: il 50esimo anniversario della legge che ha permesso l’aborto per le donne danesi. Tra l’altro, si tratterebbe di una novità già approvata da un’ampia maggioranza del governo di coalizione che attualmente guida il paese scandinavo.

Copenaghen Danimarca molo
Copenaghen Danimarca molo

Un’ennesima accelerazione da parte di un paese che da sempre, nel mondo occidentale, è stato pioniere per quanto riguarda novità di questo tipo. La Danimarca fu infatti uno dei primi paesi a liberalizzare l’aborto, nel 1973. Prima di allora a Copenaghen, come anche nel resto del mondo, veniva reso possibile solo per questioni di natura medica, e spesso veniva praticato in clandestinità.

Vogliamo cambiare questa situazione per fare in modo che i giovani possano scegliere se coinvolgere o meno i loro genitori“, ha dischiarato su Twitter la ministra, parlando di questa proposta che potrebbe diventare legge nei prossimi giorni.

Come funziona l’interruzione di gravidanza in Italia

Al momento non è un tema sul tavolo del governo nel nostro paese, ma l’interruzione volontaria di gravidanza è ovviamente possibile anche da noi, regolata dalla Legge 194/78. Stando a quanto scritto in questa normativa, una donna minorenne che sia rimasta incinta ha l’opportunità di procedere con l’aborto entro i primi 90 giorni dalla gravidanza, ma solo attraverso il consenso non di uno, ma di entrambi i genitori, o di chi esercita la tutela legale su di lei. Se tale consenso manca, per diversi motivi, può essere il giudice tutelare a dare il consenso per l’aborto.

In una fattispecie come quest’ultima il Consultorio familiare deve inviare richiesta al giudice tutelare entro sette giorni. Lo stesso giudice, entro un massimo di cinque giorni, dopo aver sentito la soggetta interessata, può autorizzare la sua richiesta con un atto non soggetto a reclamo. Al momento non si è presa in considerazione nel nostro paese una svolta come quella danese. Novità che comporterebbe, ovviamente, discussioni importanti di natura morale e religiosa.

È importante poi sottolineare che l’aborto in Italia è un diritto garantito per legge, e le donne hanno il diritto di farlo senza essere discriminate o subire conseguenze legali. Inoltre, il personale medico ha il diritto di obiezione di coscienza e può scegliere di non praticare l’aborto, ma in questo caso deve fornire un rinvio ad un medico o un’istituzione che possa fornire l’assistenza richiesta.

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ultimo aggiornamento: 30 Maggio 2023 12:01


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