Perché in Italia l’età pensionabile salirà a 70 anni e quando accadrà. Lo scenario che potrà delinearsi.
L’invecchiamento demografico e il calo dei lavoratori spingono verso un innalzamento graduale dei requisiti previdenziali. L’età pensionabile, dunque, si sposta sempre più avanti, e non per scelta ideologica, bensì per ragioni matematiche. Il nuovo quadro delineato dagli osservatori internazionali indica che chi entra oggi nel mercato del lavoro dovrà compiere almeno 70 anni per lasciare l’attività professionale. Si tratta di una proiezione che nasce dall’evoluzione demografica del Paese e dalla struttura delle regole previdenziali, ancora fortemente legate all’aspettativa di vita.
Età pensionabile a 70 an i: l’invecchiamento della popolazione e la pressione sul sistema contributivo
Il nodo principale è la trasformazione della piramide demografica. L’Italia continua a perdere popolazione in età lavorativa mentre cresce la fascia degli over 65.
Nei prossimi decenni, infatti, il rapporto tra anziani e persone in età attiva subirà un ribaltamento storico.
Se oggi ogni 100 lavoratori sostengono 39 persone over 65, nel 2050 quel numero supererà quota 64. A ciò si aggiunge un dato ancora più critico: la popolazione lavorativa, secondo le proiezioni, diminuirà di oltre un terzo, una riduzione tra le più pesanti nei Paesi industrializzati.
Questi numeri spiegano la difficoltà di anticipare il pensionamento tramite riforme espansive. Senza un adeguato ricambio generazionale, il sistema contributivo non può compensare l’aumento della spesa, che già oggi pesa per circa il 16% del PIL, il livello più alto dopo la Grecia.

Una quota importante di quell’onere non è coperta dai contributi e richiede quindi risorse pubbliche aggiuntive.
Quando scatterà la soglia dei 70 anni e chi sarà coinvolto per primo
Il meccanismo che lega l’età pensionabile all’aspettativa di vita fa sì che l’asticella si alzi in modo graduale e automatico.
Le previsioni elaborate sulla base dei dati ISTAT indicano nel 2067 l’anno in cui l’età minima per la pensione di vecchiaia oltrepasserà i settant’anni. I primi a sperimentare questa soglia saranno i nati nel 1997, che si troveranno ad affrontare un requisito inedito nella storia previdenziale italiana.
Chi inizia a lavorare oggi potrà andare in pensione nel 2073, a 70 anni e quattro mesi.
Solo una carriera senza interruzioni rilevanti consentirà di puntare sulla pensione anticipata con oltre 46 anni di versamenti, arrivando comunque a un’età di uscita vicina ai 68 anni.
Tutto ciò, naturalmente, salvo future riforme che potrebbero rimodulare i parametri, anche se il trend demografico lascia poco spazio ad interventi che abbassino l’età di uscita.