Cos’è la cartolarizzazione dei crediti, cosa significa e in che modo può cambiare il Superbonus dopo il nuovo decreto del governo Meloni.

Stop alla cessione del credito e allo sconto in fattura. Che il Superbonus 110% fosse destinato a cambiare con il nuovo governo a guida Fratelli d’Italia, era risaputo. Già da settimane era stato confermato il depotenziamento dell’incentivo, passato dal 110% al 90%, a causa dei costi per lo Stato, arrivati a livelli insostenibili negli ultimi anni. Quello che in pochi si aspettavano, però, era la cancellazione dell’opzione di cessione del credito e dello sconto in fattura. Una modifica che cambia in maniera radicale la possibilità di utilizzo del bonus. Adesso, infatti, per poter accedere all’incentivo i proprietari potranno solo anticipare i lavori a proprie spese, detraendo quindi gli importi nella dichiarazione dei redditi, e quindi pagando meno tasse per i prossimi cinque anni.

Un cambiamento importante che ha portato a tante polemiche e a una chiara domanda: cosa succederà ai crediti bloccati? La soluzione potrebbe essere la cartolarizzazione: scopriamo insieme cos’è e in cosa consiste nel concreto.

Superbonus: cosa significa la cartolarizzazione dei crediti

In questo momento si parla di crediti bloccati per un totale di 15 miliardi di euro. Serve una soluzione per uscire da questa impasse. Stando a quanto trapela dagli ambienti vicini al governo Meloni, la soluzione preferita potrebbe essere la trasformazione dei crediti d’imposta attraverso il processo della cartolarizzazione.

Ristrutturare casa
Ristrutturare casa

Di cosa si tratta? Di un procedimento finanziario che permette di vendere crediti a una società specializzata. Questa, per pagare il prezzo di acquisto, emette dei titoli obbligazionari, trasformando, in un certo senso, il credito appunto in “carta” (da qui cartolarizzazione). Un processo che, nel caso specifico del Superbonus, permetterebbe di cedere i crediti derivati dalle ristrutturazioni a una società specializzata che li trasformerebbe in obbligazioni che verrebbero acquistate da investitori istituzionali. Una soluzione che però non convince molte persone, anche per la cattiva fama di cui gode la cartolarizzazione, soprattutto dopo la crisi dei mutui subprime degli anni Duemila, causata in parte anche da un abuso di questo strumento.

Cosa cambierebbe per il Superbonus

Non è ancora certo, ovviamente, che la cartolarizzazione possa diventare la soluzione definitiva per risolvere il problema del credito bloccato. Le discussioni sono appena cominciate, e la sensazione è che si andrà avanti ancora per qualche tempo. Ma cosa cambierebbe per il Superbonus se dovesse essere confermata la cartolarizzazione? Sicuramente darebbe il vantaggio di far ottenere liquidità immediata a chi ha scelto di usufruire del bonus per ristrutturare casa, senza costringere a spalmare la spesa nei cinque anni successivi attraverso gli sconti nella dichiarazione dei redditi.

Resta però il nodo su quali dovrebbero essere gli investitori istituzionali chiamati ad acquistare i crediti. Al momento è stato ipotizzato il coinvolgimento di Sace e Cassa depositi e prestiti, due controllate dal ministero dell’Economia, ma di certo non c’è ancora nulla. Si tratta di ipotesi, e la sensazione è che potrebbero arrivare novità di giorno in giorno, in seguito alle riunioni tra i rappresentanti di tutte le parti coinvolte in questa complessa e delicata trattativa.

Di seguito il video con la spiegazione delle nuove decisioni in ambito Superbonus da parte del governo:

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ultimo aggiornamento: 21 Febbraio 2023 12:00


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