Il governo valuta una riforma dell’IRPEF che potrebbe garantire un bonus fino a 130 euro netti al mese a una specifica categoria di lavoratori.
La riforma fiscale – prevista per il 2026 – potrebbe portare novitĂ anche per i lavoratori con redditi medio-alti. Dopo anni in cui le agevolazioni si sono concentrate soprattutto sulle fasce piĂ¹ basse, il governo valuta l’introduzione di un bonus che arriverebbe a circa 130 euro al mese per chi percepisce piĂ¹ di 50.000 euro annui. La misura, ancora in fase di studio, rientra nel piĂ¹ ampio disegno di revisione dell’IRPEF. Scopriamo, dunque, tutte le novitĂ in merito.
In arrivo un bonus da 130 euro: cosa si discute per la nuova riforma fiscale
Il sistema italiano di tassazione sui redditi è progressivo: ciĂ² significa che ad ogni fascia di guadagno corrisponde un’aliquota diversa.
Negli ultimi anni le riforme hanno agito soprattutto sui primi scaglioni, riducendo le imposte per chi guadagna fino a 28.000 o 50.000 euro. CiĂ² ha comportato un alleggerimento del prelievo fiscale per milioni di contribuenti, escludendo, perĂ², coloro che superano quella soglia.

Ăˆ proprio su questa categoria che il governo sta valutando un intervento. Portare una parte di reddito oggi tassato al 43% verso un’aliquota piĂ¹ bassa potrebbe essere vantaggioso per chi si trova nella fascia di reddito tra i 50.000 e 60.000 euro.
Nelle simulazioni piĂ¹ favorevoli, la riduzione d’imposta arriverebbe ad un beneficio annuo intorno a 1.600 euro, cioè poco piĂ¹ di 130 euro in busta paga ogni mese. Tutto, perĂ², dipenderĂ dalle risorse disponibili.
Le condizioni previste e i nodi da sciogliere
Il viceministro all’Economia, Maurizio Leo, ha ribadito che la prioritĂ rimane quella di consolidare i vantaggi giĂ garantiti ai redditi bassi e medi. Solo se i conti pubblici lo permetteranno si potrĂ ragionare sull’estensione del beneficio ai redditi superiori.
Un’altra incognita riguarda la distribuzione del bonus: in passato, infatti, per i redditi oltre una certa soglia erano state introdotte detrazioni ridotte che annullavano – di fatto – il beneficio. L’obiettivo ora è quello di evitare che si ripeta lo stesso scenario, così da rendere l’intervento realmente utile anche per chi si colloca appena al di sopra dei 50.000 euro.