In gravidanza l’uso di cortisone è legato alla valutazione del rischio-beneficio. Nei primi 3 mesi, aumenta i rischi di prematurità e preeclampsia del feto.

Durante la gravidanza l’uso di farmaci in generale dovrebbe essere evitato per la possibile interferenza con lo sviluppo del bambino.

Il cortisone rappresenta un potente antiinfiammatorio utilizzato per curare differenti problematiche (soprattutto di tipo respiratorio come allergie, asma, tonsilliti etc).

Come tutti gli altri farmaci, durante la gravidanza l’assunzione di cortisone è necessariamente subordinata a valutazione medica del rapporto rischio-beneficio, in quanto tra i suoi effetti collaterali c’è la riduzione del funzionamento del sistema immunitario che rende la persona più a rischio d’infezioni e l’aumento dello stato di stress (perché si pone come sostitutivo del cortisolo che è, appunto, l’ormone dello stress).

In caso di asma si possono assumere cortisonici (sempre dietro indicazione medica) a dosaggio basso. Tuttavia, se assunto nei primi tre mesi di gravidanza, il cortisone potrebbe aumentare il rischio di prematurità e pre-eclampsia del feto. In questo caso è necessario valutare bene i rischi e i benefici, in quanto anche la non assunzione del farmaco in caso di asma grave porta alla mancanza di ossigenazione sia alla mamma che al feto.

Tempi e dosaggio della terapia cortisonica, se ritenuta necessaria in gravidanza, sono definiti dal medico.

DONNAGLAMOUR ULTIM'ORA

ultimo aggiornamento: 21 Luglio 2020 11:43


Quando prendere la vitamina C

Migliori creme per aumentare taglia seno