Perché si dice “avere le mani bucate”: un modo di dire che può indicare l’esistenza di un problema psicologico.
Nella moderna epoca del consumismo spendere in maniera compulsiva è diventato un fenomeno che colpisce sempre più persone. Nella lingua italiana, per descrivere una persona che spende denaro con eccessiva facilità, si utilizza l’espressione “avere le mani bucate“. Insieme ad altri modi di dire, come “essere povero in canna“, questo detto è legato al mondo dei soldi e della gestione personale delle finanze. Ma da dove deriva questa espressione e quale significato profondo racchiude?
- Origine: dall’italiano
- Quando si usa: per descrivere qualcuno che spende compulsivamente senza riuscire a risparmiare
Avere le mani bucate: l’origine del modo di dire
L’espressione “avere le mani bucate” trae origine da un’immagine metaforica: se le nostre mani avessero dei buchi gli oggetti ci passerebbero attraverso e non riusciremmo a trattenerli. Per questo motivo chi ha “le mani bucate” non riesce a evitare di spendere e, in maniera inconsapevole, dilapida le sue finanze con spese quasi sempre superflue.

Secondo il Dizionario De Mauro, infatti, questa locuzione indica una “propensione a spendere con eccessiva prodigalità“. In altre parole si riferisce a chi ha l’abitudine di spendere molto, spesso in modo impulsivo o senza una reale necessità.
Nel linguaggio quotidiano, “avere le mani bucate” è spesso utilizzato in tono scherzoso o ironico per descrivere amici o familiari che non riescono a risparmiare. Ad esempio, si potrebbe dire: “Marco ha proprio le mani bucate, ha già speso tutto lo stipendio in una settimana“. Questa espressione è anche utilizzata con accezione negativa perchè la capacità di gestire il denaro è considerata una virtù, mentre l’eccessiva prodigalità è vista come una debolezza.
Avere le mani bucate: un detto che può nascondere problemi psicologici
Nell’epoca moderna il denaro assume un ruolo sempre più centrale, influenzando profondamente il benessere psicologico delle persone. Coloro che spendono in modo compulsivo spesso lo fanno per cercare nei beni materiali o nelle esperienze di consumo un’illusoria soluzione ai loro stati emotivi negativi. Spendere molto opera infatti come un meccanismo compensativo, in virtù del quale l’individuo tenta di alleviare sensazioni di vuoto interiore o di mancanza attraverso l’acquisto di oggetti di cui non ha reale necessità.
Nel tentativo di riempire un vuoto esistenziale o di alleviare disturbi dell’umore, gli individui si ritrovano spesso intrappolati in un circolo vizioso di spese eccessive e conseguenti difficoltà finanziarie. Questa condizione può avere gravi ripercussioni non solo sulla propria situazione economica, ma anche sulla stabilità emotiva e sulle relazioni interpersonali.