Una scoperta sensazionale, che molti accoglieranno con speranza e altri con timore: una medicina allunga la vita del 30%.
Se vi dicessimo che esiste una medicina in grado di allungare la vita del 30%? La scoperta è recente, per cui saranno necessari ulteriori approfondimenti per cantare vittoria, ma le basi sono state gettate e siamo pronti a scommettere che nei prossimi anni la scienza farà passi da gigante.
Una medicina allunga la vita: la scoperta
Una ricerca condotta dal Max Planck Institute for Biology of Ageing di Colonia, in Germania, e pubblicata sulla rivista Nature Aging, ha fatto una scoperta sensazionale: una medicina che allunga la vita. Secondo lo studio, combinando due farmaci l’esistenza terrena si prolunga del 30%.
I medicinali in questione sono rapamicina e trametinib, entrambi con attività anti-tumorale che agiscono su una via di segnalazione con un ruolo centrale nell’invecchiamento. Analizzati singolarmente, i farmaci allungano la vita rispettivamente del 15/20% e del 5/10%. Se somministrati insieme, invece, hanno un effetto potenziato e alzano la percentuale al 30%.
La scoperta della medicina allunga vita è sensazionale, ma è ancora troppo presto per cantare vittoria. Il motivo è presto detto: la sperimentazione, per ora, è avvenuta solo sui topi. Secondo i ricercatori è comunque un enorme passo avanti, tanto che hanno sottolineato l’urgenza di provare i farmaci sugli esseri umani. Non solo per il 30% di esistenza in più, ma anche perché hanno scoperto che il mix è in grado di migliorare la salute dei roditori in età avanzata.

Vita in più, ma anche un’esistenza migliore
Se somministrati insieme, rapamicina e tramenitib abbassano l’infiammazione cronica nei tessuti e nel cervello e rallentano l’insorgenza e lo sviluppo del cancro. Il professor Sebastian Grönke, co-autore principale della ricerca, ha dichiarato: “Il trametinib, soprattutto in combinazione con la rapamicina, è un buon candidato per essere testato in studi clinici come geroprotettore. Ci auguriamo che i nostri risultati vengano ripresi e testati sull’uomo“.
Troppo presto, però, per cantare vittoria. La professoressa Linda Partridge, genetista dell’UCL Institute of Healthy Ageing e membro scientifico emerito del Max Planck Institute for Biology of Ageing, ha aggiunto: “Non pensiamo che il prolungamento della durata della vita umana possa essere simile a quello riscontrato nei topi, ma speriamo che i farmaci che stiamo studiando possano aiutare le persone a rimanere sane e libere da malattie più a lungo in età avanzata. Ulteriori ricerche sugli esseri umani negli anni a venire ci aiuteranno a chiarire in che modo questi farmaci possano essere utili e chi potrebbe trarne beneficio“.