Se la gravidanza si protrae oltre la quarantesima settimana, si deve ricorrere al parto indotto per stimolare il travaglio. Di cosa si tratta?

Con parto indotto si intendono le procedure utilizzate per stimolare il travaglio, quando questo non riesce a innescarsi in modo spontaneo. Dal rapporto Cedap 2016 risulta che in Italia nel 20,6% dei casi si è fatto ricorso all’induzione del parto. Con due casi su dieci il parto indotto è un evento abbastanza frequente, ma quando avviene l’induzione?

In media si considera che la durata di una gravidanza è di 40 settimane, questi giorni vengono calcolati a partire dal giorno di inizio dell’ultima mestruazione avuta. Il periodo che viene considerato è una stima, poiché il parto può avvenire tra la 38esima e la 42esima settimana.Quando il bambino tarda a nascere, però, si deve valutare con una visita di controllo se sia necessario optare per l’induzione del parto. Vediamo come viene stimolato il travaglio attraverso l’induzione.

Come avviene il parto indotto?

Dopo che la gravidanza è giunta a termine si calcola un periodo massimo per l’attesa, superato il quale, proprio intorno alla 40esima o 41esima settimana, può essere necessario ricorrere al parto indotto per tutelare la sicurezza della mamma e del nascituro.

Visita in gravidanza
Visita in gravidanza

Innanzitutto la madre deve essere sottoposta a una visita medica, attraverso la quale valutare l’andamento della gravidanza e capire come procedere. Esistono principalmente due metodi differenti: uno che prevede l’utilizzo di farmaci e il secondo che è un metodo per così dire meccanico.

Il metodo con farmaci comprende l’uso di prostaglandine nel caso in cui non si abbia ancora dilatazione del collo dell’utero. Al contrario, se le contrazioni sono già iniziate, viene utilizzata l’ossitocina: un’ormone che serve a regolarizzare le contrazioni.

Uno dei metodi è stimolare il parto indotto con gel a base di prostaglandine, da applicare a livello vaginale, in alternativa vengono utilizzare delle strisce di tessuto.

In quest’ultimo caso il rilascio delle prostaglandine da parte di queste garze imbevute, avviene in maniera più graduale e si ha quello che viene definito parto indotto con fettuccia.

Induzione del parto con metodi non farmacologici

Il metodo meccanico richiede, invece, l’utilizzo di una sorta di catetere che ha le caratteristiche di un palloncino. Questo, gonfiandosi gradualmente, porta al dilatamento della cervice e a un rilascio di prostaglandine naturali.

Allo stesso modo per indurre la produzione di questi ormoni viene effettuato lo scollamento delle membrane, che tende ad aumentare la probabilità di andare incontro a parto spontaneo senza dover impiegare altre procedure.

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ultimo aggiornamento: 9 Dicembre 2020 17:56


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