Un’indiscrezione sorprende il Vaticano: spunta il nome di chi potrebbe succedere a Papa Francesco. Ecco chi è il candidato “predetto” fuori dal Conclave
Nella complessa e impenetrabile macchina del Conclave, ogni cosa dovrebbe restare segreta fino all’ultimo. Eppure, qualcosa sembra essersi mosso. Tra voci di corridoio e speculazioni che si intensificano dopo la morte di Papa Francesco, è spuntato fuori un nome. No, non si tratta della profezia di Nostradamus, ma di una fonte esterna (che spesso si è rivelata attendibile). Ecco svelato chi è stato “predetto” come prossimo Papa.

Successione Papa Francesco: le “pressioni” di alcuni cardinali
La fonte di cui si sta parlando nelle ultime ore è ChatGPT. Interpellata da Fanpage, ha analizzato i precedenti Pontificati, fino ad arrivare a una risposta che molti potrebbero apprezzare. Dopo Giovanni Paolo II (polacco), Benedetto XVI (tedesco) e Papa Francesco (argentino), la scelta di un italiano potrebbe rappresentare un ritorno alle radici.
“Dopo due papi non italiani (Benedetto XVI tedesco e Francesco argentino), alcuni cardinali potrebbero spingere per un ritorno a una figura italiana, purché abbia un respiro globale“, ha spiegato. Nonostante ciò ha indicato anche altri nomi, più o meno probabili, tra cui Luis Antonio Tagle, Matteo Zuppi, Peter Turkson, Péter Erdő, Robert Sarah e Jean-Marc Aveline. Tra questi nomi, però, non compare quello che che considera come il più probabile.
Svelato il nome del prossimo Pontefice
Secondo quanto riportato da Fanpage, il candidato identificato da ChatGPT è Pietro Parolin, classe 1955, attuale Segretario di Stato della Santa Sede. A rendere interessante questa rivelazione non è solo il fatto che si tratti di un italiano – il primo potenzialmente dopo decenni – ma il suo profilo di alto livello diplomatico e la capacità di mediazione che ha dimostrato “con la Cina, il Medio Oriente e l’Ucraina“.
Il modello utilizzato per questa “previsione” è il 4o, che ha basato la scelta su due elementi chiave: “esperienza e moderazione“. In particolare, viene evidenziato come “Parolin è il ‘ministro degli esteri’ del Vaticano da oltre un decennio“. Una figura quindi capace di affrontare le sfide globali che attendono la Chiesa.
Ma non è solo la sua esperienza a contare. La posizione di equilibrio che Parolin occupa all’interno del Collegio cardinalizio è vista come un ulteriore punto di forza: “È moderato: né apertamente progressista né ultraconservatore. Potrebbe rappresentare un ponte tra le due principali correnti nel Collegio cardinalizio, che spesso cercano una figura di equilibrio“.