Cos’è l’okara e come conservare questo misterioso alimento? Scopriamo insieme qualche vegan-tip!

Sull’onda che investe il mondo a proposito di bio, vegan e 100% natural food, arriva direttamente dall’oriente… l’okara. Di cosa si tratta? Di un composto tratto dalla sezione di semi di soia che durante la lavorazione non viene filtrata.

Il suo colore caratteristico è il giallo paglierino e si riconosce facilmente grazie anche al suo piacevolissimo e stuzzicante odore.

In occidente non è ancora conosciutissima, anzi. Si tratta perlopiù di un composto che viene utilizzato e promulgato nelle ricette vegane e biologiche, ma che sta piano piano prendendo piede anche sulle tavole tradizionali.

Per noi italiani potrebbe essere un’ottima sostituta alle uova, soprattutto per chi non digerisce i dolci a base di uova, appunto, è davvero una manna dal cielo.

Ma come conservarla, una volta comprata o realizzata in casa? Tramite un processo di paziente seccatura. In genere si può tranquillamente utilizzare il forno, porre l’okara in un contenitore con carta forno e lasciarla riposare per circa una notte, dopo aver portato il forno a temperatura e conseguentemente spento.

Si può dividere in tanti barattoli o contenitori, di modo che secchi più facilmente e frullarla perché raggiunga la fine consistenza di zucchero o farina. Facile, no?

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ultimo aggiornamento: 21 Dicembre 2020 12:09


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