A volte le dinamiche d’ufficio ci rendono difficile chiedere permessi retribuiti per le analisi in gravidanza. Come fare, allora?

Niente panico, prima di tutto: la donna lavoratrice ha il pieno diritto di ottenere permessi per esami, accertamenti e visite prenatali.

Quindi va da se che per norma di legge l’impiegata o la lavoratrice incinta può benissimo assentarsi durante l’orario di lavoro per qualsiasi tipo di accertamento diagnostico abbia bisogno di fare.

I permessi retribuiti sono un diritto, infatti, delle future neomamme per sottoporsi a tutti quegli esami prenatali o accertamenti clinici come visite mediche specialistiche. Se queste hanno luogo durante l’orario di lavoro, ovviamente va richiesto il permesso di cui parlavamo poco fa.

Per le pignole, consultare l’art. 14 Decreto Legislativo 26 marzo 2001, n. 151. Il testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, è infatti consultabile anche alla norma dell’articolo 15 della legge 8 marzo 2000, n. 53.

Come fare per chiedere al datore di lavoro un permesso? Semplicemente presentando una specifica domanda con indicazione di data ed ora degli esami, per i più pretenziosi, anche l’indicazione esplicita che non possono essere fatti fuori dell’orario di lavoro. In alternativa, presentando documentazione giustificativa rilasciata dalla clinica o dall’ospedale in cui sono stati eseguiti gli esami e le visite.

Questa documentazione deve riportare altresì la data e l’orario di effettuazione dei test clinici.

DONNAGLAMOUR ULTIM'ORA

ultimo aggiornamento: 19 Ottobre 2020 11:30


Come fare costume all’uncinetto

Ogni quanto usare profumo sulla pelle