Marita Comi è la moglie di Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo nel 2018 per l’omicidio di Yara Gambirasio.
La vita di Marita Comi è stata profondamente segnata dal caso giudiziario che ha coinvolto il marito Massimo Bossetti. Una simile vicenda ha influenzato ogni aspetto dell’esistenza della donna e di quella dei suoi figli. Scopriamo di più su di lei.
Biografia e carriera di Marita Comi
Nata a Terno d’Isola, in provincia di Bergamo, intorno al 1979-1980, su Marita Comi non si hanno a disposizioni molti dettagli sulla sua sfera personale. Si è comunque scoperto che ha un fratello, Agostino Comi, il quale nel 2023 ha rilasciato un’intervista a “Il Giorno”, descrivendo il peso del caso giudiziario sulla famiglia ed il desiderio della sorella di tornare ad una vita normale.
Dopo la condanna di Massimo Bossetti, la donna ha cresciuto i figli da sola, affrontando difficoltà economiche e sociali, lavorando come addetta alle pulizie per mantenere la sua famiglia, nonostante le difficoltà iniziali nel reinserirsi nel mondo lavorativo. Prima dell’arresto del marito nel 2014, era casalinga e gestiva le finanze familiari, occupandosi delle fatture legate all’attività di muratore di Bossetti.
Nonostante il clamore del caso di cronaca, è rimasta a vivere nella casa di famiglia a Mapello, nella quale viveva con il marito prima dell’arresto di lui nel 2014, affrontando una vita segnata dalla perdita della privacy e dall’attenzione mediatica.
La storia d’amore di Marita Comi e Massimo Bossetti
I due si sono conosciuti nei primi anni ’90 e si sono sposati nel 1999. La loro relazione è descritta come stabile fino all’arresto di Bossetti nel giugno 2014, per l’omicidio di Yara Gambirasio. Prima del caso, la coppia viveva una vita modesta: Bossetti lavorava come muratore, mentre Marita gestiva la casa e le finanze familiari, occupandosi delle fatture relative all’attività del marito. La coppia ha avuto insieme tre figli – che nel 2025 dovrebbero avere 23, 20 e 18 anni – e conduceva una vita riservata a Mapello.
Il maggiore, dei loro tre figli, Nicolas, nel 2024 è finito al centro di un’indiscrezione di Fabrizio Corona secondo la quale avrebbe ricevuto l’offerta di partecipare al Grande Fratello, notizia poi smentita da Mediaset.
L’arresto di Bossetti ha sconvolto la loro esistenza. Marita è stata coinvolta nelle indagini, con la sua vita privata scandagliata a fondo durante il processo. Sono emerse testimonianze di due presunti amanti, che lei ha smentito categoricamente. Inoltre si sono condotte indagini su contenuti trovati sul computer di Bossetti, che Marita ha difeso, negando qualsiasi connessione con reati gravi.
Durante il processo, Marita si è mostrata fermamente convinta dell’innocenza del marito. La donna ha infatti dichiarato che lo avrebbe lasciato se avesse avuto il minimo dubbio sulla sua colpevolezza. La donna ha supportato attivamente la difesa, collaborando con avvocati ed esperti per tentare di dimostrare l’innocenza del marito.
Il caso di Yara Gambirasio
Tra i casi di cronaca che hanno scosso profondamente l’opinione pubblica, bisogna menzionare l’omicidio della tredicenne Yara Gambirasio, scomparsa il 26 novembre 2010 da Brembate di Sopra (Bergamo) dopo essere uscita dal centro sportivo del paese. Il suo corpo fu ritrovato tre mesi dopo, il 26 febbraio 2011, in un campo a Chignolo d’Isola, a circa 10 km di distanza. L’autopsia rivelò il suo omicidio, avvenuto a causa di diverse ferite da arma da taglio e percosse, ma non vi furono segni di violenza sessuale.
Le indagini che hanno portato ad una svolta, si sono concentrate su un DNA maschile trovato sugli indumenti di Yara. Dopo anni di ricerche e numerosi test del DNA, nel 2014 si è arrivati all’arresto di Massimo Bossetti, un muratore di Mapello, il cui DNA risultò compatibile con quello rinvenuto.
Bossetti, che non aveva precedenti penali, si è sempre proclamato innocente, sostenendo di non conoscere Yara. Non emersero collegamenti diretti tra lui e la vittima, e la prova chiave rimase il DNA, la cui raccolta ed analisi divenne oggetto di un intenso dibattito legale. Oltre alla ‘prova regina’, sono emersi altri elementi che hanno contribuito a condannare Bossetti, ossia: il rinvenimento di fibre compatibili con la tappezzeria del furgone del muratore sui vestiti della vittima; l’allaccio del suo cellulare con le celle telefoniche dell’area di Brembate Sopra nel giorno della scomparsa di Yara; l’alibi falso (aveva affermato di essere rimasto a casa).
Nel 2016 è arrivata la condanna di Bossetti all’ergastolo, sentenza confermata in appello nel 2017 ed in Cassazione nel 2018. Marita Comi, sua moglie, ha sempre sostenuto la sua innocenza. Inoltre, la difesa ha continuato a chiedere la revisione del processo, contestando la validità delle prove. Il caso ha lasciato alcune questioni in sospeso come ad esempio l’assenza di movente chiaro, e controversie in merito alla stessa gestione delle indagini.
Curiosità su Marita Comi
– Marita ha sempre sostenuto l’innocenza del marito. Durante il processo, si è ritrovata al centro dell’attenzione mediatica e giudiziaria. Infatti, sono emerse testimonianze di due presunti amanti, che lei ha smentito, ed indagini sulla vita privata della coppia, inclusi presunti video per adulti trovati sul computer di Bossetti, che Marita ha negato fossero collegati a ricerche su minori. Inoltre, ha partecipato attivamente alla difesa del marito, nominando un team di esperti per indagini difensive, pur rispettando i legali ufficiali di Bossetti: Salvagni e Camporini.
– Nonostante la condanna all’ergastolo di Bossetti nel 2018, confermata in Cassazione, la moglie ha continuato a stargli accanto: visitandolo in carcere e sostenendo le iniziative legali per riaprire il caso. La loro storia è segnata da un legame che, secondo Marita, si basa su fiducia ed amore, nonostante le difficoltà ed il giudizio pubblico.
– La donna, che non si è mai separata formalmente dal marito, ha scelto la strada della discrezione dopo il clamore del processo. Sebbene nel corso delle udienze si sia mostrata sempre accanto a Bossetti, sostenendo la sua innocenza, in seguito ha scelto il silenzio. Di fatto ha mantenuto un profilo basso, tenendosi lontana dal clamore mediatico.
– Ha raccontato il trauma dell’arresto e del processo nella docuserie Netflix “Il caso Yara: oltre ogni ragionevole dubbio” (2024). Con le sue dichiarazioni ha sottolineato come la sua vita si sia “fermata” nel giugno 2014.
– La prima puntata di “Belve Crime”, programma condotto da Francesca Fagnani, in onda il 10 giugno 2025 su Rai 2, si è concentrata sulle interviste di alcuni protagonisti di casi di cronaca nera, come nel caso di Massimo Bossetti, marito di Marita, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio. L’intervista, realizzata nel carcere di Bollate, ha dato vita ad un confronto teso in cui Bossetti, che si è sempre dichiarato innocente, ha raccontato la sua versione dei fatti in modo dettagliato.