ChatGpt lancia la modalità studio, una nuova funzione specifica per l’apprendimento e il ragionamento: ecco come funziona.
Nuovo e grande passo in avanti nell’universo di ChatGpt: stiamo parlando della modalità studio. Un nuovo strumento che promette di fare da ponte tra l’intelligenza artificiale e gli studenti che quotidianamente interrogano la piattaforma con la speranza di semplificare l’apprendimento. Lo scopo, però, è anche quello di stimolare le loro capacità critiche e di ragionamento. Vediamo come funziona il tool.
ChatGpt lancia modalità studio: ecco come funziona
ChatGpt ha annunciato l’arrivo della modalità studio, una nuova opzione che trasforma il chatbot in una specie di tutor digitale. Il suo scopo, infatti, non è soltanto quello di aiutare gli studenti ad apprendere le nozioni da loro richieste, ma anche coinvolgerli nel ragionamento.
Grazie a questo strumento, i ragazzi non otterranno una risposta immediata, anzi. Saranno, infatti, chiamati a partecipare al processo di ragionamento volto al raggiungimento del responso di cui si ha bisogno. E’ bene sottolineare che tutto ciò è possible perché l’intelligenza artificiale attinge da diverse tecniche pedagogiche, come il metodo socratico.
La modalità studio di ChatGpt consente di ottenere lezioni personalizzate e test interattivi, in modo da rendere l’apprendimento più semplice possibile e, allo stesso tempo, coinvolgente.

ChatGpt: le pecche della modalità studio
La modalità studio di ChatGpt è strutturata in modo chiaro e, visto che in termini pratici non differisce dalle altre opzioni del tool, è di semplice utilizzo. Eppure, restiamo un po’ scettici in merito al successo che dovrebbe avere tra gli studenti. Il motivo è presto detto: i ragazzi amano le risposte immediate e, quasi sempre, considerano il ragionamento come una perdita di tempo.
Come se non bastasse, lo strumento può essere attivato o disattivato a piacimento, il che lo rende facilmente aggirabile. E’ per questo che si potrebbe ipotizzare di aggiungere una modalità genitori e insegnanti, utile per impedire ai ragazzi di disattivare la funzione. Qualche certezza l’avremo solo nei prossimi mesi, ma speriamo che il progetto vada in porto con la forma più restrittiva.