Per quanto tempo gli anticorpi del Covid e i linfociti T proteggono i guariti? La risposta di un recente studio è promettente.

Emergono ulteriori novità sul Covid e, soprattutto, sul potere di protezione garantito al nostro sistema immunitario dagli anticorpi e dalle cellule T della memoria. Stando a quanto rivelato da uno studio pubblicato sulla rivista Plos One, firmato da Arianna Gatti e Gaetano Zizzo dell’Asst Ovest Milanese, dopo la guarigione il nostro sistema immunitario sarebbe in grado di garantire una difesa dal virus per due anni, anche se non si è stati vaccinati. Una novità che cambia completamente l’ottica su quanto avvenuto negli scorsi anni.

Covid, quanto proteggono gli anticorpi: risponde uno studio

Stando a quanto riferito da Antonino Mazzone, uno dei firmatari dello studio, all’AdnKronos, la ricerca è stata condotta su pazienti non vaccinati guariti da un’infezione fino a due anni prima. A loro si sono aggiunti pazienti asintomatici completamente vaccinati.

Lockdown Covid
Lockdown Covid

Per verificare la propria ipotesi, gli scienziati hanno utilizzato tecniche sofisticate in grado di valutare l’immunità cellulare. In particolare sono stati adottati i test Quantiferon e Activation-Induced Marker. Attraverso questi metodi è stato rilevato che, nonostante sia stato preso in analisi un campione piuttosto limitato di individui, le risposte coordinate, cellulari e umorali rilevabili nei convalescenti fino a due anni sono state in linea con quelle dei pazienti vaccinati. Una novità importante per confermare una tesi a lungo sostenuta da una parte della comunità scientifica.

Gli anticorpi proteggono per due anni

La ricerca dovrà trovare conferma attraverso ulteriori studi e ulteriori test. Tuttavia, quello che trapela conferma le sensazioni di una parte della comunità scientifica, secondo cui la vaccinazione non era necessaria. Almeno non per chi aveva già avuto l’infezione. L’immunità garantita da cellule T e anticorpi dopo la guarigione è infatti la stessa garantita dalla vaccinazione.

Stando agli autori di questa ricerca, la risposta di memoria immunitaria e umorale sviluppata dalle cellule T e dagli anticorpi nei soggetti guariti è molto simile a quella dei soggetti vaccinati. Questo confermerebbe evidenze recenti anche di altri studi, secondo cui le cellule T danno risposte elevate sia in caso di infezione che di vaccinazione.

Questi dati sembrano confermare, quindi, che si sarebbero potuti evitare gli overtreatment, ossia le vaccinazioni per tutti coloro che avevano già subito il contagio ed erano guariti. Il vaccino, secondo i firmatari di questa ricerca, avrebbe dovuto essere fatto solo a chi poteva trarne sicuro giovamento. “Abbiamo sempre sostenuto che i pazienti guariti sviluppano un’immunità solida e che non andavano vaccinati all’inizio della campagna vaccinale. Bisognava aspettare“, ha affermato l’internista Mazzone.

Alla luce di quanto emerso, non essendoci in precedenza lavori di medicina in grado di dimostrare i benefici dei vaccini sui guariti, si sarebbe dovuto attendere. O almeno questa è la tesi dei firmatari dello studio. A distanza di tre anni, è arrivato secondo gli autori di questa ricerca il momento di fare chiarezza su questi aspetti. Non per fare polemica, ma per cercare di imparare una lezione per il futuro: “La vaccinazione va mirata“.

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ultimo aggiornamento: 29 Maggio 2023 12:27


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