L’anoressia è una malattia subdola e difficile da vincere: impariamo a riconoscerla per proteggere noi stessi e chi amiamo.
L’anoressia è una patologia che ha origine da uno o più disturbi mentali. È in grado di mettere a rischio la vita del soggetto, compromettendone gravemente lo stato di salute. Rappresenta uno dei più noti disordini alimentari insieme alla bulimia e nei casi più gravi può portare alla morte che, se non si verifica per grave compromissione del corpo, può avvenire per suicidio del soggetto malato ed esausto.
Scopriamone di più, dalle cause a tutti i migliori modi per risolvere questa problematica.
Che cos’è l’anoressia: cause
Si tratta di una malattia molto complessa, generata dalla concomitanza di molteplici fattori che creano un terreno di coltura ideale per l’accrescere di questo disturbo in una mente fragile. Non è un caso che la maggior parte delle vittime siano ragazze adolescenti: un passaggio esistenziale molto delicato e difficile per tutti gli esseri umani.
I fattori scatenanti hanno radici sociali, genetiche, educative e psichiatriche. Un eccessivo carico di pressione, un conflittuale rapporto con i genitori, una ricerca di attenzione genitoriale o semplicemente la continua derisione derisione per il proprio aspetto da parte dei coetanei, sono le più comuni cause di inizio della malattia. C’è da sottolineare però che in tutti i casi sopracitati vi è alla base una malsana ossessione per il proprio aspetto estetico, che spinge l’individuo a gesti eccessivi.
Talvolta l’anoressia è di origine traumatica. Questo significa che può verificarsi a seguito di violenze sessuali, violenza domestica, o forti umiliazioni da parte dei genitori.
In tutti questi casi, una dieta eccessiva porterà ad un dimagrimento immediato che gratificherà momentaneamente la paziente. Si convincerà di avere il pieno controllo di se stessa, cosa che non riesce ad avere sul mondo che la circonda.
La magrezza dunque corrisponde a qualcosa di bello, di forte, in grado di affermare socialmente chi ne gode. Questa momentanea gratificazione porta in un turbine dal quale uscire è davvero molto difficile.
Danni fisici e psichici provocati dall’anoressia
Gli effetti che l’anoressia ha sul nostro corpo sono devastanti. Una forte malnutrizione, talvolta associata ad episodi di vomito indotto provoca grossi danni all’apparato digerente e favorisce la formazione di ulcere intestinali.
La disidratazione che è generata dalla mancata assunzione di cibo e dalla sua espulsione forzata, compromette reni e fegato in maniera irreversibile. Cuore, sistema nervoso, ossa, ipotermia e rischio di emorragie, sono elementi quasi certi in individui malati di anoressia.
Oltre ai danni fisici esistono anche compromissioni mentali da non sottovalutare, quali ossessioni maniaco compulsive, sbalzi di umore, vergogna del proprio corpo e incapacità di concentrarsi.
Come riconoscere l’anoressia
Il primo evidente sintomo è la drastica diminuzione di assunzione di cibo quotidiana. Un brusco ed improvviso cambiamento di regime alimentare, non coordinato da un professionista in materia di nutrizione, deve lanciare il primo campanello di allarme nei confronti dei nostri figli o di persone con cui siamo soliti condividere il pasto.
Questa alterazione alimentare peggiorerà ulteriormente se non bloccata, arrivando a trasformarsi in un quasi totale rifiuto del cibo. A volte associato ad un’ossessione per il movimento fisico, che nei casi limite porta i soggetti a saltare sul posto in classe o a lavoro per bruciare più calorie.
Essendo i risultati evidenti e “apparentemente gratificanti”, il malato si convince di aver trovato il giusto canale per essere socialmente accettato e fortifica questo atteggiamento fino ad arrivare ad un peso corrispondente a meno dell’85% del suo peso ideale: da qui in avanti potremo parlare di anoressia. A titolo di esempio, una ragazza il cui peso ideale è di 55 kg, a seguito di una dieta eccessiva, verrà considerata dalla medicina, affetta dalla patologia ad un peso corrispondente ai 47 kg (o meno ovviamente).
Un altro importante segno da non sottovalutare è la continua necessità di monitorare il peso corporeo. Il malato sarà indotto a non assumere nemmeno liquidi se la bilancia segna pochi grammi in più rispetto alla pesata precedente.
L’utilizzo di purghe e lassativi deve destare preoccupazione. Il tentativo di svuotare completamente il corpo per ricevere gratificazione personale salendo sulla bilancia è un chiaro sintomo generato da questo pericolosissimo disturbo alimentare.
Diagnosi ed intervento
Identificare l’anoressia spesso non è così semplice e lineare purtroppo, se non quando è già fortemente radicata e dunque molto complessa da debellare. Qualora però vi imbatteste in comportamenti di famigliari simili a quelli descritti non esitate un solo istante. Parlatene immediatamente con un esperto per intervenire nel migliore dei modi.
Da soli è quasi impossibile uscirne, bisogna affiancare le vittime di questa subdola bestia a professionisti seri e competenti. Noi dovremo a nostra volta cercare di star loro vicino e non farle mai più sentire abbandonate.