Il vaccino antinfluenzale può essere efficace soltanto su ceppi influenzali conosciuti, dunque non ha potere preventivo contro il coronavirus COVID-19.

Ogni anno, molti italiani ricorrono al vaccino antinfluenzale, ma questa profilassi virale, non può proteggere dall’infezione da coronavirus COVID-19. Questo tipo di vaccinazione, come spiegato dal virologo Fabrizio Pregliasco, in un’intervista a La7, ha efficacia soltanto su ceppi virali conosciuti.

Dal momento che questo agente patogeno è sconosciuto non vi sono medicinali che lo contrastino o prevengano, ma gli esperti di tutto il mondo stanno lavorando per poter arrestare l’epidemia. Attualmente, le misure precauzionali per evitare il contagio sono quelle emanate dal Ministero della Salute.

Vaccino antinfluenzale inefficace contro il coronavirus

L’inefficacia del vaccino antinfluenzale sul virus COVID-19 è alla base di molte discussioni dei vertici medici. Questo patogeno è un agente virale sconosciuto, per questo motivo, non esiste un mezzo di contrasto utile per bloccare la sua propagazione.

Nessun essere umano è immune al virus, dal momento che, essendo nuovo, nessuno ha potuto svilupparne gli anticorpi necessari a contrastarlo.

Vaccino
Vaccino

Diverso è il punto di vista sull’influenza stagionale. Si calcola che ogni anno ci siano migliaia di persone a letto, con sintomi influenzali, nel periodo che va da gennaio a febbraio. In questo caso, tendenzialmente, i virus sono già conosciuti e chi viene infettato ha già potuto sviluppare le necessarie difese immunitarie per contrastarlo. Inoltre, sono presenti mezzi preventivi, come i vaccini, idonei per la sua eliminazione.

Come funziona il vaccino contro l’influenza?

Lo scopo del vaccino antinfluenzale, è quello di stimolare lo sviluppo degli anticorpi del soggetto che si sottopone al trattamento. I virus influenzali conosciuti, ogni anno, possono essere differenti da quelli precedenti, per questo motivo questa profilassi viene eseguita annualmente.

Il vaccino antinfluenzale stimola il sistema immunitario in modo tale che i linfociti B producano immunoglobluline pronte a combattere contro uno specifico virus. Questi ultimi sono i guerrieri del nostro corpo, il loro compito è creare una difesa contro l’agente patogeno che ci ha infettati. Finita questa fase, nascono alcuni nuovi linfociti B che saranno in grado di riconoscere e debellare, più velocemente, un patogeno già conosciuto. Questo processo viene definito “memoria immunitaria“.

Non essendo mai entrati in contatto con il virus del coronavirus COVID-19, il sistema immunitario di ognuno di noi deve riuscire a contrastare il virus e crearsi una memoria immunitaria da zero. Quarantena e contenimento sembra siano in grado di ridurre il numero di contagi, permettendo ai medici di lavorare su vaccini pronti a contrastare la malattia.

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ultimo aggiornamento: 28 Febbraio 2020 13:14


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