Quali sono i sintomi collegati alla carenza di ossigeno? Ecco cosa succede al corpo umano quando ci ‘manca l’aria’.

Il dramma del Titan, il piccolo sottomarino turistico disperso nell’Oceano Atlantico, ha riacceso i fari su un problema spesso sottovalutato, ma estremamente importante: la carenza di ossigeno. Quando ci immergiamo nelle profondità del mare o scaliamo le montagne più alte, dobbiamo infatti fare i conti con l’assenza di ossigeno. Quando ci ‘manca l’aria’, il nostro corpo reagisce attraverso una serie di sintomi, più o meno gravi, che comportano comunque un fastidio o una situazione di allarme. Ma quali sono questi sintomi? Scopriamo lo insieme.

Carenza di ossigeno: cos’è l’ipossia generalizzata

Se per un motivo o per un altro ci ritroviamo a dover convivere con una situazione di mancanza di ossigeno, andiamo incontro a una condizione chiamata ipossia generalizzata. Si tratta di una carenza di ossigeno che colpisce tutti i nostri tessuti e gli organi del nostro corpo, e che possiamo affrontare sia in alta montagna, in presenza di un’aria particolarmente rarefatta, sia al di sotto del livello del mare. Per questo motivo gli scalatori portano con sé delle bombole d’ossigeno, proprio come i sub che affrontano le immersioni.

Ossigeno
Ossigeno

L’ipossia non è comunque da collegare solo ad agenti esterni, a situazioni contingenti. Può infatti essere determinata anche da diverse malattie, dalla semplice asma al cancro ai polmoni, passando per anemia, patologie neurodegenerative, broncopneumopatia cronica ostruttiva, apnee notturne, ictus e così via. Anche un normalissimo boccone andato di traverso può scatenare uno stato di mancanza di ossigeno, con conseguenze gravi che possono variare a seconda delle condizioni del soggetto interessato.

Mancanza di ossigeno: i sintomi

Non è possibile descrivere con esattezza i sintomi dell’ipossia, essendo diversi a seconda della causa scatenante, della gravità e della durata dello stato di assenza di ossigeno. In generale, questa condizione può includere: dispnea (respiro corto, affanno), cianosi (colorazione bluastra di labbra e unghie), confusione, vertigini, affaticamento, dolore al petto, palpitazioni, mal di testa, nausea o vomito, svenimento. In situazioni di estremo allarme, si può arrivare anche al decesso.

Come spiegato dall’Istituto Humanitas, comunque, non tutti questi sintomi avvengono contemporaneamente e in ogni individuo. Va però sottolineato come la carenza di ossigeno possa diventare molto pericolosa. Sono sufficienti quattro minuti per determinare danni irreversibili ad alcuni organi vitali, come cervello, cuore e fegato.

La situazione può diventare gravissima quando ci si ritrova in condizioni di mancanza di ossigeno per un periodo di tempo prolungato. Lo stato di ipossia dovrebbe infatti essere trattato immediatamente, alla comparsa dei primi sintomi. In caso di danni importanti, potrebbe non bastare prendere nuovamente aria per uscire dallo stato di ipossia, ma diventerebbe necessario l’intervento di un aiuto meccanico che possa aiutare l’individuo a respirare.

La carenza d’ossigeno è dunque una condizione che può avere conseguenze molto gravi per il nostro organismo, a prescindere dalla causa scatenante. La consapevolezza dell’importanza dell’ossigeno per il nostro benessere può aiutarci a proteggere la nostra salute e a intervenire in maniera efficace in caso di necessità.

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ultimo aggiornamento: 22 Giugno 2023 10:46


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