La giornalista Lilli Gruber è il secondo ospite di Che tempo che fa su Rai tre. Nell’intervista, parla del suo ultimo libro, del giornalismo e delle guerre nel mondo.

La guerra dentro: Martha Gellhor e il dovere della verità è l’ultimo libro di Lilli Gruber, secondo ospite di Fazio su Rai 3, giornalista che non ha bisogno di presentazioni e che ricordiamo soprattutto nel ruolo di inviata di guerra.

Martha Gellhor, come lei, è stata una delle maggiori inviate di guerra del ‘900. Terza moglie dell’autore statunitense Ernest Hemingway, ha seguito, da reporter, i maggiori conflitti internazionali del XX secolo. “La sua storia è stata davvero avventurosa e mi ha ispirato molto quando ho iniziato a lavorare come giornalista. Nel lockdown ho riletto molte sue cose e ho voluto raccontare la sua storia.”

Il libro di Lill Gruber parla anche e soprattutto di giornalismo, la cui importanza è diventata più evidente durante la pandemia. “Esistono due tipi di giornalista: il giornalista che racconta se stesso e quello che racconta i fatti. Martha Gellhor era una che raccontava i fatti, il marito, Hemingway, romanzava le vicende e in queste storie c’era molto di sé”.

L’urgenza, al momento, secondo la Gruber è tirare su delle generazioni che siano in grado di distinguere le fake news da quelle vere, perché l’informazione al momento versa in condizioni disastrose. La Gruber ci porta a riflettere su una distinzione fondamentale, quella tra emozioni e informazioni. I social sono sì una fonte di notizie, ma ci regalano emozioni; avremmo bisogno, però – prima di tutto – di essere informati. Ma non ci sarà mai informazione vera e trasparente se non ci saranno maggiori investimenti, soprattutto per i reportage di guerra e soprattutto da parte delle maggiori testate.

Il miglior giornalista per la Gruber resta, però, Jacques Charmelot, suo marito, in collegamento con lo studio di Che tempo che fa. Lo scetticismo è il suo maggior pregio – spiega Lilli Gruber – la qualità che ogni inviato dovrebbe avere, la capacità di mettere in discussione ogni aspetto e riflettere criticamente su ogni vicenda.

L’intervista si arricchisce poi della voce di Lucia Goracci, il volto e la voce dei reportage da Kabul. La Goracci, dopo aver commentato la situazione in Afghanistan e la spinosa questione dei dopoguerra irrisolti, ci ricorda che ci sono tantissime Martha Gellhorn che sono sui campi di guerra, soprattutto ora con il ritorno dei Talebani. E che, come Martha, raccontano delle donne, dei bambini, delle persone coinvolte nella guerra senza combattere. E’ in questo modo che riscopriamo i volti e le storie dei civili, una faccia della guerra che resta spesso nell’ombra .

DONNAGLAMOUR ULTIM'ORA

ultimo aggiornamento: 3 Ottobre 2021 20:48


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