La paura del coronavirus sta facendo più danni del virus stesso? Per il turismo italiano sì: viaggi cancellati e prenotazioni assenti.

Paura di viaggiare per il coronavirus: il turismo italiano stava accusando il colpo ancor prima dell’espandersi dell’epidemia in Nord Italia, con una stima di perdita di 5 miliardi di fatturato, e adesso, dopo l’ultimo week-end disastroso del 22 e 23 febbraio 2020, la situazione si fa davvero critica. Le persone hanno paura e non vogliono viaggiare, sia italiani che stranieri: la stragrande maggioranza delle prenotazioni in Italia sono state cancellate, tanti stati esteri stanno prendendo provvedimenti e la situazione non può che peggiorare in questo momento di massima allerta.

Allarme coronavirus: la situazione del comparto turistico

Da venerdì sera, 21 gennaio, a domenica 23 febbraio 2020 il crollo delle prenotazioni negli hotel italiani è stato sconcertante: il 30% dei viaggi aziendali e pernottamenti turistici nel Nord Italia sono stati cancellati, come scrive TgCom24. A Venezia la situazione è ancora più critica: a causa della cancellazione del carnevale si registra un 40% di disdette, come riporta l’AVA (Associazione Veneziana Albergatori), e Federturismo chiede lo stato di crisi.

Mascherina aeroporto
Mascherina aeroporto

Spiega così la presidente di Fiavet (Federazione Italiana Associazioni Imprese Viaggi e Turismo), Ivana Jlenic, ad Ansa: “La situazione è fuori controllo, chiediamo aiuto al Governo perché se crolla il turismo non ce n’è più per nessuno. Il sistema si sta semiparalizzando a causa della psicosi collettiva e alle notizie giornaliere che disegnano uno scenario critico”. Il comparto turistico è responsabile infatti del 10% del PIL italiano, la situazione è già compromessa, purtroppo il destino è quello di contare i danni al termine di questo disastro, economico oltre che sanitario.

Anche gli stranieri hanno paura dell’Italia

Anche gli stranieri hanno paura di viaggiare in Italia, negli ultimi giorni sono state cancellate tante gite scolastiche da paesi esteri e si allunga la lista dei governi che sconsigliano di recarvisi.

Come scrive La Repubblica, alla Francia, che continua con la quarantena per chi è stato in Lombardia e Veneto, si aggiungono Bosnia, Macedonia, Israele, Croazia, Serbia e Irlanda a prendere provvedimenti per chi torna dai paesi focolai e a sconsigliare ai loro cittadini dei viaggi Italia e soprattuto nel nord. Stati Uniti, Germania e Gran Bretagna sembrano meno drastici, ma sottolineano di mantenere alta l’attenzione per evitare il contagio.

L’Italia è diventata una seconda Cina in questo momento, e questa etichetta non può che significare una seconda mazzata per il turismo già con l’acqua alla gola.

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ultimo aggiornamento: 25 Febbraio 2020 12:28


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