Ecco cosa c’è da sapere su Mario Maccione, conosciuto anche come “Ferocity”: ex membro delle Bestie di Satana.
La “notorietà” di Mario Maccione è legata al suo coinvolgimento nelle Bestie di Satana, setta satanica responsabile di gravi crimini nella provincia di Varese tra la fine degli anni ’90 e i primi anni 2000. Scopriamo di più su di lui, e sulla vicenda che ha scosso la cronaca italiana.
Mario Maccione: biografia e l’ingresso nelle Bestie di Satana
Nato nel 1981 a Busto Arsizio, in provincia di Varese, Mario Maccione è cresciuto in un contesto familiare alquanto problematico, segnato da difficoltà personali e relazionali. Nel corso della sua adolescenza, si è avvicinato alla scena musicale heavy metal de a un gruppo di giovani, con i quali condivideva degli interessi affini, tra cui l’occultismo ed un atteggiamento ribelle verso la religione tradizionale.
A 16 anni è entrato a far parte delle Bestie di Satana, setta satanica locale, nella quale ha preso il soprannome di “Ferocity” ed il ruolo di “medium”. Infatti Mario era incaricato di condurre rituali e contattare presunte entità soprannaturali.
Il ruolo di “Ferocity” nelle Bestie di Satana
Maccione una volta entrato a far parte della setta ha svolto un ruolo centrale durante i riti. La setta, guidata principalmente da Andrea Volpe e Nicola Sapone ha operato tra il 1998 ed il 2004, nella provincia di Varese.
Il gruppo nato inizialmente come un collettivo informale, si trasformò in una setta satanica dedita a rituali macabri, uso di droghe (cocaina, eroina, LSD) ed atti di violenza estrema. Le azioni della setta erano caratterizzate da rituali che includevano sacrifici animali, profanazioni di cimiteri, consumo di droghe e violenze fisiche e psicologiche, giustificate da una presunta ispirazione satanica.
Il gruppo ha compiuto crimini efferati, tra cui tre omicidi (Fabio Tollis, Chiara Marino e Mariangela Pezzotta) e l’induzione al suicidio di Andrea Bontade. Fabio (16 anni) e Chiara (19 anni), membri del gruppo, furono uccisi durante un rituale satanico in un bosco di Somma Lombardo. I due, legati sentimentalmente, hanno perso la vita a colpi di coltello, martello e badile per mano di Andrea Volpe, Nicola Sapone ed altri membri. Maccione prese parte al rituale non colpendo direttamente le vittime.
La setta si è resa colpevole anche dell’induzione al suicidio di Andrea Bontade nel settembre 1998. Andrea, membro anche lui della setta, fu vittima di pressioni psicologiche e minacce. Il gruppo lo convinse a togliersi la vita facendolo schiantare con la sua auto contro un albero, in un contesto di rituali e manipolazione psicologica.
Il gruppo causò anche l’omicidio di Mariangela Pezzotta (24 gennaio 2004). L’ex fidanzata di Andrea Volpe, fu uccisa a colpi di pistola e badile nella casa di Volpe a Golasecca. Il movente del delitto, commesso da Volpe e dalla sua nuova compagna, Elisabetta Ballarin, la paura che Pezzotta rivelasse le attività della setta. Il tentativo di occultare il cadavere fu maldestro e portò all’arresto di Volpe, con l’avvio delle indagini.
Nel 2004, a seguito delle indagini scaturite dall’omicidio di Mariangela Pezzotta, Maccione è finito in carcere insieme ad altri membri del gruppo. Durante il processo, ha ammesso il suo coinvolgimento in alcune attività della setta, sostenendo di non aver partecipato direttamente agli omicidi. Nel 2005 è arrivata la sua condanna a 19 anni e 2 mesi di carcere per omicidio ed occultamento di cadavere. Grazie a buona condotta ed all’indulto, ha scontato circa 13 anni e mezzo, tornando in libertà nel 2017.
La vita di Mario Maccione dopo la scarcerazione
Dopo la sua scarcerazione, Mario Maccione si è dedicato ad iniziative personali per reintegrarsi nella società, evitando di esporre il suo privato. Dopo la liberazione, si è trasferito in Sardegna, dove ha cercato di ricostruire la sua vita lontano dalla notorietà. Si è mobilitato molto, nel tentativo di raccontare la sua esperienza e narrare la sua versione dei fatti ed il percorso di redenzione.
Negli anni ha rilasciato infatti diverse interviste e partecipato a podcast, come “One More Time”, per raccontare la sua versione dei fatti. Nel 2019, ha scritto un libro, “L’inferno tra le mani”, edito da Lulu Press, piattaforma di autopubblicazione. Con il suo libro ha tentato di spiegare il contesto che lo portò a far parte della setta, ed il suo percorso di riabilitazione.
Nel 2024, Maccione ha lanciato un servizio online a pagamento (5 euro a sessione) tramite il sito Psyco Center: lo Sportello di ascolto virtuale, con lo scopo di offrire supporto su temi come stress, ansia e difficoltà personali. Nello stesso anno ha presentato il libro “Cambio vita”, dove ha raccontato come è uscito dal tunnel delle dipendenze, da depressione ed ansia. Un’opera che ha deciso di pubblicare per sensibilizzare su questi temi, ed aiutare chi si trova a fare i conti con questi problemi.
Curiosità su Mario Maccione
– Negli anni, Maccione si è dichiarato pentito, prendendo le distanze dalle azioni delle Bestie di Satana, descrivendo il gruppo come una “gang” di giovani influenzati da droga, alcol ed un’ideologia anticristiana, più che una vera setta satanica.
– La figura di Mario Maccione rimane altamente controversa. Se da un lato, dopo aver scontato la sua condanna, ha cercato di presentarsi come una persona redenta, impegnata a sensibilizzare sui pericoli delle derive settarie, dall’altro le sue iniziative pubbliche sono apparse come tentativi di monetizzare sulla sua storia.
– Su Instagram si presenta come “artista, musicista e scrittore”. I suoi contenuti riguardano natura, musica e suoi progetti.
– Il libro “L’inferno tra le mani” ha ricevuto attenzione mediatica, ma anche critiche, specialmente dai familiari delle vittime, che lo hanno accusato di voler trarre profitto dal dolore altrui.
– La mancanza di una formazione professionale per il suo sportello di ascolto, ed il dolore dei familiari delle vittime hanno alimentato non poche critiche. L’iniziativa, non basata su qualifiche in psicologia solo ma sulla sua esperienza personale, ha scatenato le reazioni di Michele Tollis ed Annalia Frigerio, che hanno espresso la loro indignazione, accusandolo di sfruttare la sua notorietà per lucro. In risposta, Maccione ha difso il progetto, sottolineando il suo diritto a rifarsi una vita.
– Maccione è uno degli ospiti della prima puntata, in programma il 10 giugno 2025, di “Belve Crime”, spin-off del programma di Rai 2 “Belve”, condotto da Francesca Fagnani.