Il suo nome è legato ad una delle pagine più atroci della cronaca nera, l’omicidio dei fidanzati Teresa e Trifone a Pordenone: chi è Giosuè Ruotolo e perché avrebbe ucciso la coppia.

Condannato in via definitiva per il duplice omicidio dei fidanzati Teresa Costanza e Trifone Ragone, Giosuè Ruotolo sconta l’ergastolo. Prima che i sospetti si addensassero su di lui, portò in spalla la bara del giovane con cui aveva condiviso la carriera militare e persino la casa…

Giosuè Ruotolo: la biografia

Giosuè Ruotolo, originario di Somma Vesuviana, in provincia di Napoli, è l’uomo condannato per il duplice omicidio di Teresa Costanza e Trifone Ragone, fidanzati di 30 e 28 anni uccisi a colpi di pistola fuori dal Palasport di Pordenone il 17 marzo 2015.

All’epoca militare 26enne, caporalmaggiore dell’Esercito, commilitone di Trifone Ragone e suo ex coinquilino, prima di essere indagato per i delitti partecipò ai funerali del giovane portando in spalla il feretro insieme ai colleghi.

Giosuè Ruotolo: l’omicidio di Teresa e Trifone, il processo e la condanna

Giosuè Ruotolo è stato riconosciuto responsabile dell’omicidio dei fidanzati Teresa Costanza e Trifone Ragone nel parcheggio del palazzetto dello sport di Pordenone la sera del 17 marzo 2015, e sconta l’ergastolo a seguito della condanna definitiva stabilita in Cassazione nel 2020.


Nel 2022, la Suprema Corte ha rigettato il ricorso straordinario della difesa – presentato, riporta Ansa, “per errore di fatto” in quanto la sentenza sarebbe stata emessa “su indizi smentiti da prove” – chiudendo così la vicenda.

Finito a processo per il duplice delitto di Teresa e Trifone, secondo l’accusa Ruotolo avrebbe agito per un movente intriso di gelosia e invidia per la coppia.

Il primo grado a carico di Giosuè Ruotolo, davanti ai giudici del Tribunale di Udine, nel novembre 2017, si era chiuso con l’ergastolo. Stesso esito in Corte d’Assise d’appello a Trieste, nel 2019.

Un primo passo verso la svolta nelle indagini sulla morte di Teresa Costanza e del fidanzato Trifone Ragione, trucidati in auto a colpi di pistola sparati da distanza ravvicinata, come un’esecuzione, era arrivata alcuni mesi dopo gli omicidi con il ritrovamento dell’arma del delitto nel laghetto del parco di San Valentino.

In quello stesso luogo in cui, secondo quanto poi ricostruito, le telecamere avrebbero immortalato l’auto di Ruotolo pochi minuti dopo l’orrore.

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ultimo aggiornamento: 20 Aprile 2023 22:25


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