Ecco chi è lo chef siciliano Ciccio Sultano che ha sperimentato una cucina senza confini, rimanendo saldamente siciliano.
Ciccio Sultano è riuscito a diventare un famoso chef stellato, rimanendo fedele alla sua ‘sicilianità’. Si è, infatti, costruito una grande popolarità sulla scena della gastronomia mondiale, partendo dai banconi di una pasticceria-tavola calda di Vittoria. Qui ha cominciato a cimentarsi con cannoli, arancini, dolci elaborati, primi e secondi piatti.
Ciccio Sultano: biografia e passione per la cucina
Nato a Torino nel 1970, Francesco Sultano, detto Ciccio, ha sempre espresso orgoglio per le sue origini siciliane, visto che la sua famiglia è di Gela. Infatti, nella provincia di Ragusa nel tempo ha dato vita al suo “piccolo impero del gusto”.
Perde il padre da bambino, a 9 anni così per necessità si è ritrovato a lavorare nei campi. A 13 anni ha poi iniziato a sentire la sua vocazione, capendo che fare il muratore non era la sua strada. Così ha deciso di entrare nella Pasticceria Suite di Vittoria, restandoci per circa sette anni. Qui ha acquisito delle solide competenze, imparando tutto i segreti dal bancone dell’american bar alla tavola calda.
La sua abilità gli è valsa il soprannome di “Ciccio Suite”, come hanno iniziato a chiamarlo in paese. In seguito, verso i 17 anni, ha cambiato rotto dopo aver passato le notti a Marina di Ragusa in una spaghetteria. Questo posto è diventato per Ciccio un punto di riferimento.
Il pensiero di diventare cuoco lo ha spinto ad imparare da autodidatta, imparando piatti e preparazioni da riviste come “Grand Gourmet”. Orgoglioso della mia formazione ‘on the road’»’, non si è fermato. Durante il suo soggiorno in Germania, ha imparato a trattare le carni rosse. Grazie poi all’intercessione di un parente ha avuto un colloquio a New York da Lidia Bastianich.
In America, si è sottoposto a sei mesi di gavetta dura e preziosa. Dalla East Coast si è spostato sulla West Coast, prima Las Vegas e poi Los Angeles, al “Valentino” di Piero Selvaggio, uno dei templi italiani più eleganti d’America.
Dal progetto de I Banchi al ristorante Duomo di Ragusa
Nel 2015 Ciccio Sultano si è immerso nel progetto de I Banchi, si tratta di una panetteria-pasticceria-ristorante, nella quale riscoprire i sapori più genuini della Sicilia. Sotto la sua guida il locale si è costruito la fama di luogo di culto.
Nel 2018, in collaborazione con la moglie, ha aperto Pastamara al Ritz-Carlton di Vienna, un omaggio alla “pasta amara” a base di fave di cacao. Nel 2019 ha aperto Giano all’Hotel W di Roma, e nello stesso anno ha inaugurato i Cantieri Sultano a Ragusa, un laboratorio multifunzionale per sperimentazioni e cocktail.
Ciccio Sultano, nel maggio del 2000, ha inaugurato, insieme al suo socio storico, Angelo Di Stefano, il Duomo di Ragusa. In pochi anni il ristorante, con focus sull’esaltazione di sapori autentici della tradizione siciliana, si è fatto conoscere da clienti e critica gastronomica, fino a conquistare due Stelle Michelin. La prima Stella Michelin è arrivata nel 2004, la seconda nel 2006, mantenendola per oltre un decennio.
Il Duomo è il cuore pulsante della gastronomia dello chef, e Sultano spesso si è calato nei panni di insegnante in accademie prestigiose, formando generazioni di cuochi. Nel corso della quindicesima edizione di Masterchef Italia, in onda nel 2026, nel parterre degli ospiti d’eccezione figura il nome dello chef siciliano.
I riconoscimenti conquistati dallo chef
Lo chef si è aggiudicato la prima Stella Michelin – Assegnata al Ristorante Duomo per l’eccellenza nella reinterpretazione dei sapori siciliani tradizionali. A distanza di due anni, nel 2006, ha ottenuto la seconda Stella Michelin, confermata e mantenuta per oltre 20 anni. Un attestato al suo “pensiero culinario” barocco e stratificato.
Nel 2010 ha ricevuto Tre Forchette Gambero Rosso, la massima valutazione della guida per la qualità del ristorante, del servizio e della cucina innovativa, con enfasi su prodotti locali e grani antichi.
Si è aggiudicato nel 2019 il titolo di Chef dell’Anno ai Foodcommunity Awards, per il contributo alla valorizzazione della cucina siciliana a livello internazionale, attraverso progetti come I Banchi e Pastamara.
Nel 2020, è stato insignito del Premio S.Pellegrino & Acqua Panna per la valorizzazione del territorio (50 Top Italy), assegnato per l’impegno nel sostenere produttori locali e creare una rete di fiducia con aziende agricole siciliane. Inoltre ha ricevuto il Premio Identità Golose per l’innovazione nella cucina italiana e per la capacità di unire tradizione e modernità
In seguito, nel 2024 è stato nominato Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana – Onorificenza conferita dal Prefetto di Ragusa, Giuseppe Ranieri, per i contributi eccezionali alla cultura gastronomica italiana e alla promozione del patrimonio siciliano nel mondo.
Nel corso del 2025, ha ottenuto 20/20 e Cinque Cappelli nelle Guide de L’Espresso 2026. Si tratta del punteggio massimo per il Ristorante Duomo, tra i sei ristoranti italiani top. Un elogio ad una cucina di memoria ed invenzione, dove tecnica, intensità e poesia trasformano ogni piatto in racconto. Inoltre lo chef si è visto riconfermare le due Stelle Michelin (Guida Michelin Italia 2025).
La vita privata di Ciccio Sultano
Sultano è sposato con Gabriella Cicero, figura chiave nella sua vita e carriera: lei è la direttrice generale del Duomo e collaboratrice nei progetti internazionali, come Pastamara e Giano. La coppia, che ha una figlia, è descritta come un legame “invisibile e solido”.
Sultano è solito tenere la sfera privata lontana dai riflettori, focalizzandosi sulla cucina. La sua “famiglia” più estesa è quella professionale e territoriale: produttori, artigiani e collaboratori che incarnano la Sicilia che ama.
Curiosità su Ciccio Sultano
– Parlando dei suoi natali torinesi, lo chef ha spiegato: “Siciliano lo si può diventare ovunque, anche nascere a Torino è solo una beffa del destino“. In un’intervista concessa a Repubblica, senza giri di parole ha detto: “Uno che ama la Sicilia come la amo io e si sente siciliano fino al midollo può solo essere nato al Nord per scherzo crudele”.
– Lo stesso Sultano, sul proprio sito, si è descritto così: “Io sono un cuoco, uno che trasforma i prodotti in cibo, che usa tutti e cinque i sensi con una predilezione per il gusto e il tatto. Assaggiando e toccando conosci ed elabori la prima impressione. Poi interviene la mente, ma prima di tutto c’è un contatto fisico, una fisicità”.
– Le sue creazioni fondono terra e mare, ricordi personali e suggestioni di viaggio, cultura alta e cultura di strada. Lo chef sempre propenso all’innovazione, non temendo il cambiamento, ha sempre fatto affidamento alle sue ‘radici profonde.
– Parlando della sua filosofia in cucina ha ammesso: “Nei miei piatti e nella mia cucina c’è tanta natura e tanto uomo. Prodotti scelti con cura quasi maniacale, aziende agricole e artigiani seri che ho scoperto, sostenuto e fatto crescere, creando una rete di fiducia e di sapere. Per me, all’origine di tutto ci sono tre elementi: l’olio, il grano e il sale. Senza di loro non sarei siciliano e non sarei cuoco. Sono loro a dare corpo e significato al logo che mi rappresenta”.
– Ciccio Sultano non è solo uno chef, è un narratore della Trinacria, che attraverso i suoi piatti racconta secoli di dominazioni ed il potenziale contemporaneo dell’isola. Come ha detto al Wall Street Journal, è un “ambasciatore entusiasta” della cucina siciliana, sempre in evoluzione ma con radici profonde.
– Sui social, Instagram e Facebook, posta aggiornamenti su impegni televisivi e presenze ad eventi. Non mancano contenuti che attestano i riconoscimenti conseguiti.