Per molti cittadini, la NASPI non arriva a luglio: una situazione che mette in difficoltà i disoccupati. Cosa succede da adesso.
La NASPI potrebbe subire ritardi e sospensioni già da luglio. Le nuove disposizioni, anche se non ancora totalmente strutturate, stanno provocando apprensione ed incertezza tra i lavoratori che hanno perso il lavoro e che, nei fatti, contano su tale supporto economico per poter andare avanti. Comprendiamo la situazione nel dettaglio.
NASPI in ritardo o sospesa, la situazione
La NASPI, ossia la Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego, è una misura di sostegno economico prevista dall’ordinamento italiano per garantire continuità di reddito a chi ha perso involontariamente il lavoro.
C’è da dire, però, in merito che, a partire da luglio, potrebbero essere attuati dei cambiamenti per quel che concerne i tempi di erogazione dell’assegno. Secondo quanto riportato da alcune testate economiche, i beneficiari che si trovano in specifiche condizioni contrattuali potrebbero veder slittare l’accredito fino a 38 giorni, anziché gli otto previsti finora.

Il ritardo si applica soprattutto nei casi di licenziamento disciplinare, ovvero quando la cessazione del rapporto di lavoro avviene per motivi contestati al lavoratore.
In tali circostanze, l’INPS richiede un intervallo temporale più lungo per procedere con la valutazione e l’erogazione del trattamento. Ciò vale anche nei casi in cui il datore di lavoro apporta modifiche importanti alle tempistiche, come il cosiddetto “taglio” di 30 giorni lavorativi utili alla presentazione della domanda.
A chi spetta e cosa sapere per tutelarsi
Non tutti i lavoratori possono accedere alla NASPI. Sono, infatti, esclusi i dipendenti pubblici a tempo indeterminato e gli operai agricoli stagionali.
Per i soggetti idonei, la durata dell’indennità può avere una durata fino a 24 mesi, durante i quali il beneficiario ha la possibilità di reinserirsi nel mondo del lavoro.
Anche in caso di licenziamento per giusta causa, che normalmente consente l’accesso alla NASPI, i tempi di attesa potrebbero allungarsi in modo incisivo. Alla luce di ciò, si raccomanda una verifica della documentazione contrattuale e della modalità con cui è avvenuta l’interruzione del rapporto lavorativo.
Se si hanno dubbi, è fortemente consigliato rivolgersi a un CAF o a un consulente del lavoro, in grado di offrire chiarimenti e soluzioni.