Un metodo di scrittura che rivoluzionò la vita dei non vedenti

4 Gennaio: la giornata mondiale dell’alfabeto Braille viene fatta coincidere con il giorno di nascita di Louis Braille che, cieco fin da piccolo, inventò  questo sistema di scrittura.

Come funziona l’alfabeto Braille?

L’alfabeto Braille si sviluppa attraverso la diversa disposizione di punti in rilievo in uno spazio grande più o meno quanto il polpastrello di un dito indice di un adulto. Ad ogni lettera corrisponde un certo numero di punti disposti in un preciso ordine, riconoscibile al tatto.
La grande innovazione, rispetto al sistema di lettura per ciechi utilizzato ancora nel 1800, consisteva nel fatto che attraverso l’alfabeto Braille un non vedente può leggere e scrivere e non soltanto leggere un testo scritto per lui da persone vedenti. 
Prima del Braille infatti i testi per non vedenti erano costituiti da testi stampati con caratteri normali, in corrispondenza dei quali era applicato un filo di rame che correva dall’altra parte del foglio. In questo modo i caratteri risultavano a rilievo e potevano essere letti con il tatto.
Il metodo di scrittura in Braille invece è estremamente semplice anche per un non vedente, con l’unica difficoltà che va scritto al contrario rispetto al senso di lettura, tenendo il foglio al contrario. Attraverso un regolo si delimitano le righe in cui si deve imprimere il testo, quindi con un punzone si segnano da destra a sinistra i punti corrispondenti alle lettere da scrivere. In questo modo dall’altra parte del foglio la carta risulterà sollevata in corrispondenza dei punti prescelti e si sarà formato un testo in rilievo.

4 Gennaio: la giornata mondiale dell’alfabeto Braille

Per commemorare l’invenzione dell’unico alfabeto per non vedenti attualmente insegnato e adoperato in tutto il mondo, si è scelta la data di nascita del suo creatore, Louis Braille. Figlio di maniscalco, il piccolo Louis rimase cieco ad un occhio dopo essersi ferito con uno degli attrezzi di lavoro del padre. A causa delle scarse condizioni igieniche si sviluppò un’infezione che si propagò anche all’altro occhio, riducendo il bambino di 3 anni alla completa cecità. Louis frequentò un istituto per ciechi dove apprese il metodo di lettura  Valentin Haüy e dove, terminati gli studi cominciò ad insegnare. All’età di 20 anni creò l’alfabeto che da lui prese il nome: pare che l’idea sia nata dopo che un militare si recò in visita all’istituto per illustrare ai giovani non vedenti il metodo utilizzato dalle truppe francesi per le comunicazioni notturne scritte. Quel sistema si basava appunto su una serie di punti in rilievo che potevano essere letti con il tatto.
Era il 1821 e sarebbe nato il linguaggio che avrebbe migliorato nettamente le condizioni di vita di milioni di individui non vedenti.

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ultimo aggiornamento: 14 Giugno 2021 12:26


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