Il diritto all’oblio oncologico rappresenta la possibilità (attualmente inesistente) di tornare a vivere una vita pienamente normale dopo la malattia.

Nel nostro paese, gli ex pazienti che hanno superato e vinto la loro lotta contro un tumore si trovano ancora troppo spesso davanti a limitazioni che, di fatto, ne minano la qualità della vita facendoli sentire ancora malati. Si tratta di un problema che riguarda molti settori e per il quale si sta cercando di intervenire attraverso il diritto all’oblio oncologico che mira a consentire agli ex pazienti di non dover dare più obbligatoriamente dati sensibili sulla pregressa malattia.

Oblio oncologico: cos’è e a cosa serve

Come già accennato, il diritto all’oblio oncologico punta a far tornare ad una vita piena le persone guarite da un tumore. Persone che, ancora oggi, si sentono malate a causa della mancata possibilità di accedere a diversi servizi.

fiocco rosa
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Che si tratti di accendere un mutuo in banca, di chiedere un prestito, di attivare una polizza assicurativa o di adottare un bambino, la pregressa malattia diventa un problema. Ad oggi, infatti, chi ha avuto un tumore viene considerato un soggetto a rischio e quindi non affidabili. Un problema che a livello psicologico grava molto più di quanto si pensi e che per questo va contro i diritti della persona.

A tal proposito nel mese di Febbraio 2022 è stato presentato in Senato il Ddl 2548 che dietro la prima firma di Paola Boldrini, chiede che le persone guarite dal cancro possano essere considerate come tutte le altre. Questo implica la possibilità di essere esenti dal dover dare informazioni riguardo la malattia dalla quale sono guariti.

Negli anni, infatti, le cure per il cancro (compresi i tanti screening per riconoscerlo in tempo e l’informazione circa la prevenzione) sono diventate tali che da questa malattia si può finalmente guarire. È giusto, quindi, che alla guarigione fisica si aggiunga anche quella sociale.

Cosa propone il Ddl 2548

Come già accennato il Ddl 2548 chiede che i malati di cancro, guariti dalla malattia, possano tornare a vivere la loro vita in modo pieno. E, sopratutto, senza discriminazioni di alcun tipo.
Nello specifico viene quindi richiesto che tale oblio (ovvero il non dover più dare dati sensibili della malattia) scatti dopo dieci anni dall’ultima terapia senza recidive per gli adulti. Per chi si è ammalato prima dei 21 anni, sono richiesti invece 5 anni.

Un diritto che in molti paesi come Francia, Olanda, Lussemburgo, Portogallo e Belgio è già realtà. E che probabilmente diventerà comunque obbligatorio per tutti i paesi dell’Unione Europea entro il 2025.

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ultimo aggiornamento: 28 Marzo 2023 11:29


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