L’aria condizionata è un veicolo per trasmettere il coronavirus? A parlare è l’Assoclima che ha provato a sfatare tutte le fake news provenienti dalla Cina.

Il coronavirus potrebbe essere trasmesso dai condizionatori: questa è una fake news che è stata sfatata dall’Assoclima, l’associazione delle aziende specializzate in tutti quei trattamenti che hanno come obiettivo quello di purificare l’aria.

Alcuni virologi, alcuni dei quali provenienti dalla Cina, erano partiti da una bufala che arrivava direttamente dall’Asia secondo la quale una persona, dopo essere stata in un ristorante climatizzato, sarebbe morto a causa del Covid-19. Niente di più falso e quest’associazione ha provato a spiegare il perchè. Il danno, però, sembrerebbe essere già stato creato all’interno del mercato.

Perchè climatizzatori non favoriscono il coronavirus?

L’Assoclima ha infatti dichiarato come i sistemi di ventilazione e filtrazione favoriscono la riduzione in maniera consistente della concentrazione di questo virus nell’aria e, di conseguenza, anche la sua trasmissione.

condizionatore
Condizionatore

Alessandro Riello, ex dirigente nazionale di Confindutria ed oggi Amministratore Delegato di Aermec, ha infatti spiegato, come riporta Dagospia, che sia la caldaia sia gli impianti di aria condizionata hanno la funzione di rimescolare l’aria.

La conseguenza? Diminuzione notevole della carica batterica. Ma non sarebbe finita qui: la sua azienda, infatti, da oltre dieci anni ha creato dei ventilconvettori che hanno in dotazione una lampada UV. Il loro funzionamento è semplice: questa luce emette dei raggi ultravioletti al suo interno con l’obiettivo non solo di proteggere gli occhi, ma di creare anche un’azione battericida.

Sembrerebbe, però, ormai essere troppo tardi: le conseguenze sul mercato dopo che si sono sparse queste voci assolutamente infondate e false secondo lui almeno, sono importanti: il rischio è quello di mettere in crisi l’intero settore e, successivamente, anche le centinaia di famiglie che, così facendo, rischierebbero di perdere il posto di lavoro.

Le conseguenze sul mercato

La paura di Riello, come riporta Dagospia, è quello di fare un vero e proprio favore alla concorrenza estera, in particolar modo ai competitor asiatici e nordamericani.

Se, infatti, fino a questo momento il cosiddetto “distretto europeo” era il leader del settore, dopo la fine di questa pandemia, qualora continuassero queste fake news riguardanti l’associazione tra Covid-19 e climatizzatori, il rischio è quello di non esserlo più.

Il risultato? Moltissime aziende made in Italy, dopo la fine della fase due da coronavirus, avrebbero un calo consistente di lavoro e soprattutto di reputazione, la quale è stata costruita con tanto impegno e dedizione per decenni. Insomma, sarebbe crisi vera.

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ultimo aggiornamento: 5 Maggio 2020 16:31


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