Tutto su Giordano Bruno Guerri: biografia, libri, polemiche e vita privata

Tutto su Giordano Bruno Guerri: biografia, libri, polemiche e vita privata

Facendosi strada come figura provocatoria, Giordano Bruno Guerri ha suscitato controversie per le sue posizioni culturali e politiche.

Giordano Bruno Guerri come storico, saggista e giornalista, ha sempre espresso la sua indole da intellettuale “libero”, non avendo mai paura di condividere opinioni e riflessioni scomode, non solo inerenti questioni politiche e sociali. Ecco una panoramica sulla sua vita privata e professionale.

Biografia e carriera di Giordano Bruno Guerri

Nato il 21 dicembre 1950 a Iesa, frazione di Monticiano (Siena), sotto il segno del Sagittario, Giordano Bruno Guerri ha raccontato alcuni passaggi della sua vita. Cresciuto in una famiglia contadina di origine cattolica, ha rivelato di aver avuto un’infanzia segnata da difficoltà economiche, e che i suoi genitori Gina Guerri e Febo Anselmi, detto Ebo, hanno avuto una storia d’amore complessa: si sposarono solo dopo l’introduzione del divorzio in Italia.

Nel corso della sua formazione ha studiato Lettere Moderne all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove si è laureato con lode nel 1974. La sua tesi, incentrata su Giuseppe Bottai, intellettuale e gerarca fascista, è stata successivamente pubblicata da Feltrinelli con il titolo “Giuseppe Bottai, un intellettuale fascista”. Infatti si è messo in evidenza per i suoi studi su fascismo, Novecento italiano e rapporti tra italiani e Chiesa cattolica.

Durante gli anni universitari, ha vissuto il clima del Sessantotto, partecipandovi in modo non politicizzato, attratto soprattutto dalla rivoluzione culturale e sessuale di quel periodo. Dopo la laurea, ha lavorato come redattore per la casa editrice Garzanti, occupandosi di libri e pubblicazioni. Guerri ha avuto una carriera poliedrica come storico, saggista, giornalista e manager culturale.

Come autore ha pubblicato numerosi saggi e biografie, tra le sue opere più note: “Galeazzo Ciano. Una vita” (1979); “Povera santa, povero assassino” (1984, sulla storia di Maria Goretti, che ha suscitato polemiche per la critica alla Chiesa); “L’Arcitaliano. Vita di Curzio Malaparte” (1980); “Italo Balbo” (1984); “D’Annunzio” (1977); “Io ti assolvo” (1993, sul tema della confessione); “Fascisti” (2019); “Benito. Storia di un italiano” (2025). Da giornalista ha firmato articoli di cultura, storia e costume, collaborando con: “Il Giornale”, “Il Corriere della Sera”, “Libero” ed altre testate.

Ruoli culturali e gestionali

Giordano Bruno Guerri ha ricoperto anche incarichi di rilievo. Ad esempio, nel 1997 da assessore alla cultura a Soveria Mannelli, in provincia di Catanzaro, ha cercato di innovare l’approccio alla gestione culturale, definendosi “assessore al Dissolvimento dell’ovvio”.

A partire dal 2008 ha assunto la carica di presidente e direttore generale della Fondazione Vittoriale degli Italiani, la casa-museo di Gabriele D’Annunzio a Gardone Riviera. Sotto la sua gestione, il Vittoriale ha visto un aumento significativo dei visitatori, ma ha anche affrontato una modernizzazione delle attività culturali.

Nel 2016 ha fondato GardaMusei, un’associazione per promuovere il turismo culturale nella zona del Lago di Garda. Mentre dal 2015 al 2019 è stato direttore del MuSa (Museo di Salò), contribuendo alla valorizzazione del patrimonio culturale del territorio. In più, ha fondato il movimento culturale ItalianiLiberi con Ida Magli, di orientamento antieuropeista e di libero pensiero.

Polemiche sul ministro Giuli

Guerri ha apertamente espresso di essere un sostenitore di Alessandro Giuli, che ha difeso in più occasioni dalle critiche, ritenendole spesso strumentali. In particolare, si è esposto nel difendere il ministro della Cultura nel 2024, in merito alle dimissioni di Francesco Spano, capo di gabinetto di Giuli, a seguito di un’inchiesta di “Report”, Guerri ha dichiarato che Giuli era vittima di critiche pretestuose, spesso legate al suo linguaggio colto o alle sue scelte, come la nomina di un collaboratore di sinistra.

In quella circostanza, ha lodato il coraggio di Giuli nel rompere gli schemi e nell’attaccare il “clericalismo reazionario”, pur ammettendo una certa mancanza di prudenza. Guerri ha anche minimizzato la polemica sull’assenza di Giuli al Premio Strega 2024, sottolineando che il suo viaggio a Berlino per i Bronzi di San Casciano era più rilevante. Ma ha anche criticato l’opposizione per la sua ossessione per il “fascismo” come unico argomento culturale e ha definito il giornalismo che attacca Giuli come superficiale, concentrato più sulla forma che sui contenuti.

La vita privata di Giordano Bruno Guerri

Senza filtri, ha ammesso esperienze personali non convenzionali, come rapporti omosessuali vissuti nel contesto del Sessantotto, pur enfatizzando una provocazione, in un’intervista al Foglio nel giugno 2025.

Guerri ha una moglie: Paola Veneto, la coppia si è unita nel 2005, e si è poi sposata nel 2014. Insieme hanno avuto due figli: Nicola Giordano (nato nel 2006) e Pietro Tancredi (nato nel 2011).

Chi è Paola Veneto?

Nata a Bari, Paola Veneto si è fatta conoscere come: scrittrice, regista teatrale, fotografa e curatrice culturale. Con una laurea con lode in Diritto Internazionale Pubblico, ed un diploma in Sceneggiatura e Scrittura Creativa, ha mostrato precocemente un forte interesse per la scrittura ed il teatro. La sua formazione le ha permesso di sviluppare un approccio interdisciplinare, ed una carriera variegata, che ha avuto modo di spaziare dalla cooperazione internazionale al giornalismo, dalla televisione alla regia teatrale ed alla fotografia.

Inoltre ha collaborato con organizzazioni non governative (ONG) e grandi network radiotelevisivi, dedicandosi anche con costanza alla scrittura ed alla regia, non solo di spettacoli teatrali ma anche di eventi culturali, per alcuni dei quali ha fatto da direttore artistico.

Come autrice ha scritto per la rivista culturale italiana I Fiori del Male, occupandosi di: cinema, letteratura e poesia. Inoltre, ha pubblicato libri con Il Cigno GG Edizioni, tra cui un libro fotografico intitolato “Chispas del alma”, dedicato a Lanzarote, descritto come “la isla desnuda”. Tra le sue passioni, si deve segnalare non solo la fotografia, ma anche un metodo originale per insegnare arte e cultura, combinando elementi di: teatro, letteratura, arti visive e musica.

Dove vive?

Guerri vive principalmente in Italia, con una base significativa a Gardone Riviera (Brescia), dove ricopre il ruolo di presidente e direttore generale della Fondazione Vittoriale degli Italiani. Inoltre, trascorre del tempo a Lanzarote, nelle Isole Canarie, dove risiede la moglie con i figli. La sua vita si divide quindi tra Gardone Riviera per lavoro ed impegni culturali, e Lanzarote per la vita familiare.

Curiosità su Giordano Bruno Guerri

– I contenuti condivisi nel suo profilo Instagram, rispecchiano i suoi interessi, che spaziano da quelli culturali a quelli sociali, senza rinunciare alla pubblicazione di dettagli più personali.

– Guerri si è definito “etrusco al cento per cento”, sottolineando il forte legame con le sue origini. Inoltre, ha ammesso di essere ateo ed anticlericale, influenzato dal nome del filosofo eretico Giordano Bruno. Anche se è cresciuto in un ambiente rurale e profondamente cattolico, nel suo nome di battesimo si è portato dietro il marchio di un’evocativa rottura con la tradizione.

– Guerri si è sempre definito un intellettuale “libero”, con idee che spaziano tra destra e sinistra. Pur considerato vicino alla destra, si è espresso a favore di temi progressisti come: i matrimoni omosessuali, l’eutanasia e l’accoglienza degli immigrati, distinguendosi da posizioni conservatrici tradizionali. Inoltre, ha mosso critiche contro l’idea di un’egemonia culturale di destra, basata sull’occupazione di posti, sostenendo che la cultura si costruisce con opere e pensieri. La sua visione progressista su alcuni temi, ed il suo approccio non convenzionale lo hanno reso una figura atipica per il centrodestra.

– Il nome di Guerri nel 2022 è spuntato tra quelli in lista per la candidatura al Ministero della Cultura. Come possibile ministro della Cultura nel governo Meloni, aveva superato Vittorio Sgarbi nel “toto-ministri”. Ma, non ha mai ricevuto una proposta ufficiale e ha dichiarato che un tale incarico avrebbe “rovinato” la sua vita, pur rappresentando una sfida interessante.

– È noto per il suo amore per gli animali, e per la sensibilità verso le tematiche ambientali, una sensibilità in netto contrasto con la sua spocchia da provocatore.