Chef Rubio parla dei suoi nuovi progetti tra cui quello con Costantino Della Gherardesca: un nuovo adventure game dal titolo “Il ricco e il povero”

Mercoledì 29 giugno alle 21,15 andrà in onda in simulcast su Canale Nove e su Dmax il nuovo programma di Chef Rubio e Costantino della Gherardesca dal titolo “Il ricco e il povero”: il primo è famoso per il suo modo di fare diretto e la sua vorace curiosità mentre il secondo per la sua continua ricerca del lusso e dell’eleganza. Gabriele Rubini, nome d’arte Chef Rubio, ha rivelato in un’intervista quali sono i suoi progetti tv, l’avventura alle Paralimpiadi 2016 e le sue nuove ricette LIS.

L’intervista a Chef Rubio:

Questo Il Ricco e il Povero con Costantino sembra quasi un tuo personale Pechino Express…

Sì, guarda, me lo sono fatto fare  personalizzato  da Costa. (Ride) No, piuttosto è un modo di raccontare una città attraverso lo sguardo di due protagonisti, spesso agli antipodi, ma su molte cose d’accordo. Due modi di vivere una citta e le sue offerte, magari le stesse, però nelle versioni 5 stelle e stalle.

Insomma, un po’ un confronto tra Guide du Routard e Guida Michelin?

L’obiettivo, però, non è quello di accentuare le differenze tra estrema povertà e lusso sfrenato ma dimostrare che si può godere di tutto, a seconda delle proprie possibilità, in maniera magari più vera per chi la visita ‘dal basso’. A Marrakech, per dire, la cura che ti riservano nell’hammam è in fondo la stessa, sia che tu vada in un luogo a cinque stelle che in uno di rango inferiore: spesso quello che cambia è solo lo sguardo del viaggiatore, condizionato dal pregiudizio. Magari si pensa che sia buono solo il cibo di strada o che invece valga la pena solo viaggiare nel lusso. Attraverso il doppio occhio si ha però un’idea a tutto tondo della città protagonista.

Chi ha avuto l’idea di mettervi insieme?

Guarda, noi ci conoscevamo di vista ma non avevamo mai pensato di fare un programma insieme. L’intuizione sul format é di Magnolia, che ha intravisto in noi una buona sinergia e ci ha messo alla prova con questa esperienza in Marocco.

Ma non è che in fondo siete più simili di quanto non sembri?

Beh, ci accomuna la curiosità, ci unisce ‘il viaggio’. Possiamo sembrare diversi, ma entrambi viaggiamo e questo ci avvicina. Siamo complementari.

Che partner è stato Costantino?

Costantino è stato un ottimo compagno di viaggio e soprattutto un gran professionista: è stato bello vederlo lavorare.

Dopo Marrakech dove vi vedremo?

Questa è una puntata speciale. Una prima tappa. Se il programma piacerà e ce ne saranno altre, io sarei più che felice di partecipare.

Nel frattempo, invece, continua il progetto delle ricette in LIS, la lingua italiana dei Segni. Dopo il pilot dello scorso anno hai realizzato altre quattro ricette, tutte di primi pubblicate su Repubblica.it, realizzate in collaborazione con l’Istituto Statale Sordi di Roma (ISSR).

Sì, finora sono stati pubblicate le ricette dei Bucatini alla Amatriciana, della Lasagne al Pesto,  proprio oggi vedrete pubblicate le Mezze Maniche alla Carbonara. La quarta e ultima di questo ciclo di primi è la ricetta del Risotto ai Funghi. Al mio fianco c’è la mia insegnante LIS, Deborah Donadio nel panni di Sous Chef, C’è un doppio obiettivo in questo progetto: da una parte la cucina dev’essere accessibile a tutti e poi è un modo per sostenere la campagna per il riconoscimento della LIS come lingua ufficiale.

Ma dopo questi quattro primi arriverà il momento dei secondi. Già scelte le ricette?

Guarda, se qualcuno mi dà una mano a produrre sono contento. Son tutte autoprodotte, realizzate con la collaborazione con Circus e il sostegno di Peroni, Excelsa e Farm 65, e costano. D’altra parte se le cose non te le fai da solo…

Devo dire che sono anche molto ben fatte. Alla fine lo sguardo resta uno dei principali mezzi di comunicazione, al netto dei codici linguistici.

Io le ho scritte come le volevo, poi sono stati i ragazzi di CromaZoo a metterle in immagini.

Quindi lanciamo un appello: cerchiamo produttori per le ricette LIS. Ma giusto per non annoiarci adesso ti dai ai film con Unti e Bisunti – The Movie. Cosa dobbiamo aspettarci da questa pellicola?

Beh, intanto chiariamo è un formato film che nasce per la tv. E’ un regalo per chi ci ha seguito per anni e che aspettava qualcos’altro e continua e supera il percorso dopo la trilogia di Unti ma con una marcia in più.

La notizia certo non farà felici i fans. Però lo capisco: siete partiti quasi come un cooking game, con le sfide in città, avete proseguito come una vera e propria serie tv e siete arrivati al film. Difficile trovare formule poi altrettanto convincenti…

Esatto: per questo è sempre importante evolversi. Però mi sembrava doveroso restituire qualcosa a chi ci ha seguito. Da qui questa favola magica… Va in onda sotto Natale quindi l’atmosfera è quella della favola: piacerà agli affezionati e ai neofiti.

Ah, chissà perché pensavo a qualcosa tra Easy Rider e Ritorno al Futuro…

MA MAGARI!! Fa ‘na cosa, cerca de sposatte con un produttore e poi diglie che te so’ simpatico (la risata da tutte e due le parti scatta in automatico).

State girando? 

Sì, abbiamo appena iniziato. Siamo partiti proprio dalla provincia di Napoli

Del resto il Pilot di Unti e Bisunti fu fatto proprio a Napoli…

Già. Intanto avrò l’estate piena, non solo per le riprese.

Beh, a settembre voli a Rio come resident chef di Casa Italia alle Paralimpiadi 2016. Un altro tassello nella tua poliedrica attività tra cucina, social e tv. Cosa stai preparando per Rio e cosa porterai da Rio? Non è che torni con un “Te lo do io il Brasile” versione Rubio?

No, purtroppo no, anche perché sarò impegnato 24h ai fornelli per 15 giorni. Di certo però mi porterò una videocamera, le macchine fotografiche e farò dei contenuti per il mio sito. Con le foto, invece, penso a un racconto che possa diventare una mostra. Ma la prima cosa, la cosa più importante, è servire i ragazzi, gli atleti.

Tanti progetti in pentola, tante attività in corso, ma cosa manca nella vita di Gabriele?

Manca un po’ di pace e un cane. Ne ho sempre avuti, ma la mia vita frenetica mi ha impedito di averne negli ultimi anni. Se dovessi rallentare un po’ i ritmi lo prenderei, anche perché io non sono fatto per le relazioni. Son nomade, è vero, per cui me lo porterei sempre dietro. Poi mi piacerebbe scrivere, mi piacerebbe mettermi dietro la macchina da presa… Per ora, però, ho tante cose da fare. Appena avrò un po’ di tempo…

Fonte foto: Facebook

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ultimo aggiornamento: 29 Giugno 2016 17:43


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